Papa Francesco: «Non si chiacchiera a Messa, non è uno spettacolo»

15 Nov 2017 10:49 - di Roberto Mariotti

Basta chiacchiere col vicino quando si è a Messa. «Non si va a uno spettacolo». E’ il nuovo richiamo di Papa Francesco nel corso dell’udienza generale in piazza San Pietro. Bergoglio incentra la catechesi sul tema della messa. «Per comprendere la bellezza della celebrazione eucaristica desidero iniziare con un aspetto molto semplice: la messa è preghiera, anzi, è la preghiera per eccellenza, la più alta, la più sublime, e nello stesso tempo la più “concreta”. Infatti è l’incontro d’amore con Dio mediante la sua Parola e il Corpo e Sangue di Gesù», osserva il Pontefice chiamando in causa fedeli e pellegrini arrivati da tutto il mondo in piazza San Pietro. «Prima dobbiamo rispondere a una domanda. Che cosa è veramente la preghiera? Essa è anzitutto dialogo, relazione personale con Dio. E l’uomo è stato creato come essere relazionale che trova la sua piena realizzazione solamente nell’incontro con il suo Creatore. La strada della vita è verso l’incontro definitivo col Signore», dice Papa Francesco. Ricorda il Pontefice che «pregare, come ogni vero dialogo, è anche saper rimanere in silenzio, in silenzio insieme a Gesù. E quando noi andiamo a messa forse arriviamo cinque minuti prima e iniziamo a chiacchierare con chi sta accanto. Ma non è il momento di chiacchierare, – ammonisce il Papa a braccio – ma di stare in silenzio per prepararci al dialogo. Il silenzio è tanto importante, ricordatevi che non andiamo ad uno spettacolo, andiamo all’incontro con il Signore e il silenzio ci accompagna».

Papa Francesco: in Chiesa bisogna essere umili

Il Papa descrive l’ambiente attorno alla messa: «Primo punto: essere umili, riconoscersi figli, riposare nel Padre, fidarsi di Lui. Per entrare nel Regno dei cieli è necessario farsi piccoli come bambini. Nel senso che i bambini sanno fidarsi, sanno che qualcuno si preoccuperà di loro, di quello che mangeranno, di quello che indosseranno e così via. Questo è il primo atteggiamento: fiducia e confidenza, come il bambino verso i genitori; sapere che Dio si ricorda di te e si prende cura di te. Di tutti. La seconda predisposizione, anch’essa propria dei bambini, è lasciarsi sorprendere. Il bambino fa sempre mille domande perché desidera scoprire il mondo; e si meraviglia persino di cose piccole perché tutto è nuovo per lui. Per entrare nel Regno dei cieli bisogna lasciarsi meravigliare». Il Papa fa una digressione: «Nella nostra relazione con il Signore, nella preghiera, ci lasciamo meravigliare? O pensiamo che la preghiera è parlare a Dio come fanno i pappagalli. No! Fidarsi e aprire il cuore per lasciarsi meravigliare. Ci lasciamo sorprendere? Perché l’incontro con il Signore è sempre un incontro vivo. Non è un incontro di museo, e noi andiamo a una messa, non a un museo». Il Pontefice richiama alla “rinascita”. «Tornare ad avere il gusto, la gioia, la meraviglia della vita, è possibile? Anche davanti a tante tragedie questa è una domanda fondamentale della nostra fede e questo è il desiderio di ogni vero credente: il desiderio di rinascere, la gioia di ricominciare. Avete questo desiderio? Ho voglia di rinascere sempre per incontrare il Signore? Infatti si può perderlo facilmente perché, a causa di tante attività, di tanti progetti da mettere in atto, alla fine ci rimane poco tempo e perdiamo di vista quello che è fondamentale: la nostra vita del cuore, la vita spirituale. In verità, il Signore ci sorprende mostrandoci che Egli ci ama anche nelle nostre debolezze».

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