Ostia, al corteo in difesa dei giornalisti il coro: “Cronisti servi”. Boomerang della Raggi (Video)
“Fate schifo”. “ Siete delle mosche”. “Servi del potere”: sono stati questi alcuni degli slogan violenti e assolutamente fuori tema indirizzati contro i giornalisti al corteo di Ostia di ieri (sabato 11 novembre ndr). Una manifestazione che doveva rappresentare un’occasione per esprimere solidarietà per il cronista di Raidue che ha subito l’aggressione di Roberto Spada e indignazione per l’assalto efferato sferrato da un capoclan di stampo mafioso alla libertà di stampa, e che invece, con la complicità di parte degli attivisti grillini, ha rischiato di risolversi in un flop civile e in un boomerang politico, lanciato al grido di voci stonate urlate dagli immancabili attivisti movimentisti che, ieri ancora una volta, hanno dato vita, a pochi metri dalla loro sindaca, a una serie di ormai logore e stantie invettive contro la stampa e contro i presunti giornalisti di regime, delegittimando volutamente l’intenzione che avrebbe dovuto farli marciare in corteo: ribadire che Ostia non è un feudo dei clan e terra di violenza indiscriminata (aggressività verbale compresa). Per questo, in molti, (e non solo i giornalisti presenti sul litorale romano) ai coro contro la stampa hanno replicato: è un circo; solo una passerella organizzata da e per i grillini: e il video postato in apertura lo conferma una volta di più.
Corteo di Ostia, il boomerang della Raggi
Insomma, doveva essere un corteo di solidarietà per l’assurda aggressione a un giornalista; si è risolto, in gran parte, e a causa della partecipazione di una nutrita fazione grillina alla marcia contro tutte le mafie, in “una testata in faccia” a chi ha scelto di manifestare contro la violenza della criminalità organizzata e in nome della libertà di stampa. Non hanno certo perso l’occasione di confermarsi “anti” a prescindere e autolesionisticamente, se possibile: un anticonformismo stucchevole e controproducente, quello grillino, che poggia su pochi ma imprescindibili punti fermi: quello dell’assalto al quinto potere in testa a tutti. Una presa di posizione logora e suonata davvero fuori luogo in occasione del corteo di Ostia, indetto proprio contro l’agghiacciante aggressione subita dal giornalista di Raidue, Daniele Piervincenzi. E così, la manifestazione organizzata dalle associazioni del territorio e della società civile di Ostia dopo il brutale pestaggio di Roberto Spada – per cui è stato appena convalidato il carcere da parte del gip – nei confronti del cronista di viale Mazzini, ha rischiato di risolversi in un clamoroso boomerang, e non ha decisamente giovato alla battaglia civile per cui si è scesi in piazza sul litorale romano. Un handicap, peraltro, che ora per i movimentisti al seguito dell’ex comico genovese rischia di gravare pesantemente sul ballottaggio, previsto domenica 19, tra la candidata grillina Giuliana Di Pillo e quella del centrodestra Monica Picca, e che di sicuro non ha giovato alla immagine – già parecchio ammaccata – della sindaca pentastellata di Roma, Virginia Raggi.
Centrodestra sul corteo: un’adunanza grillina, un’occasione persa
Del resto, che il clima fosse teso prima ancora di scendere in piazza, e che l’intenzione primaria dei grillini fosse quella di trasformare la manifestazione – che poteva essere una grande occasione per dare una risposta pronta e di massa a quanto accaduto nei giorni scorsi e per dare fiducia ai cittadini di Ostia – in un evento promozionale del suo partito, il M5S. Ma la situazione è sfuggita di mano, e si è risolto tutto in un clamoroso autogol grillino. “Abbiamo dato la nostra disponibilità a mezzo stampa a partecipare al corteo di oggi organizzato dalla sindaca Raggi, per dire “no alla criminalità” e per esprimere ancora la nostra solidarietà al giornalista e all’operatore Rai aggrediti nei giorni scorsi da Roberto Spada. Ma dobbiamo constatare che purtroppo non ci sono le condizioni per marciare insieme perché la manifestazione era evidentemente di parte, mentre invece partecipammo a quella indetta da Veltroni anni fa perché dimostrò di essere capace a gestire una vera manifestazione unitaria”: hanno ribadito in una nota, non a caso, gli esponenti del centrodestra, Monica Picca – candidato del centrodestra alla presidenza del Municipio X, Massimo Milani commissario romano di Fdi-An, Davide Bordoni capogruppo di Forza Italia in Campidoglio, Luciano Ciocchetti coordinatore regionale Direzione Italia, Roberta Angelilli di Cuori Italiani e Francesco Zicchieri commissario romano Noi con Salvini. “Dalla Raggi – hanno quindi aggiunto – una manifestazione lanciata furbescamente e comunicata inizialmente in qualità di esponente politico, tant’è che sul blog di Grillo campeggiava l’avviso a partecipare e solo alla fine, probabilmente per metterci una pezza, è spuntato magicamente il simbolo di Roma Capitale. Ma ormai la frittata era bella che fatta”. Nei giorni scorsi gli esponenti di centrodestra avevano – prosegue la nota – “atteso, invano, un invito dal sindaco, una riunione con i capigruppo dell’opposizione, almeno una telefonata… Niente, nessun segnale, tranne l’accusa a Giorgia Meloni di essere mandante morale della violenza. Non crediamo che questi siano i presupposti per far sfilare tutti i cittadini di tutte le bandiere insieme, semmai è il contrario. Per finire, quasi a conferma dei nostri dubbi che il corteo di Ostia” sia stata “una manifestazione di parte e non istituzionale, la stampa riporta che il Comune avrebbe inviato una mail, partita a firma dell’Ufficio Personale, con l’invito a partecipare a tutti i dipendenti del Municipio X. Un fatto grave e una lettera che sa tanto di adunanza grillina. Nel ribadire con fermezza la nostra decisa condanna ad ogni episodio di violenza e aggressione e nel ricordare che al primo posto dell’agenda di governo di Monica Picca vi sono legalità e sicurezza, Fratelli d’Italia, Forza Italia, Noi con Salvini e tutte le liste che sostengono la candidata del centrodestra alla presidenza del Municipio X” non hanno partecipato alla manifestazione di ieri. E il messaggio stavolta è stato chiaro e inequivocabile.