Nel liceo della Roma bene video hard e droga. La preside: colpa dei genitori

18 Nov 2017 18:30 - di Adele Sirocchi

Leggere l’intervista al Corriere della sera  della preside del liceo Virgilio, Carla Alfano, procura amarezza e sconcerto. E’ l’accorata denuncia di una situazione fuori controllo dove le regole sono saltate e comandano un gruppetto di rampolli della Roma bene, spalleggiati dai genitori. Sono gli studenti del Collettivo. Che si sentono impuniti e al di sopra di ogni regola. Circola droga in gran quantità. L’occupazione recente è stata un disastro. E da ultimo, dopo le bombe carta lanciate nel cortile dell’istituto,  c’è anche lo scandalo di un filmino che riprende scene di sesso tra due studenti all’interno della scuola, realizzato da un terzo studente che ha pensato bene di farlo circolare in rete e ora rischia una denuncia per diffusione di materiale pedopornografico.

E durante l’occupazione il liceo si è trasformato in una bolgia. Addirittura – scrive il Corriere – “con biglietto d’ingresso (5 euro), buttafuori pagati e perfino ragazzi incaricati (a che titolo? E da chi?) di distribuire le chiavi di aule e bagni per consentire di potersi appartare a chi ne avesse la necessità. Maggiorenni e minorenni. Ma c’erano anche spacciatori (uno, un ex alunno, era stato arrestato l’anno scorso proprio dai carabinieri durante un’operazione antidroga portata a termine dentro la scuola) provvisti di tutto, dalle droghe convenzionali alle pasticche di mdma, fino alle compresse di Xanax (come confermato sullo Spotted del liceo su Instagram)”. I docenti si sentono insicuri e danneggiati dal fango mediatico che sporca l’immagine di uno storico liceo della Capitale e non parlano volentieri con i cronisti.

La preside abbandona invece ogni forma di cautela e dice chiaro e tondo che nel liceo esiste un «clima mafioso e intimidatorio all’interno della scuola da parte di un gruppetto di studenti. Con i genitori che li spalleggiano». L’occupazione, afferma ancora, è stata “una gazzarra: sesso, droga e alcol, altro che impegno politico. Questi qui non sanno nemmeno cosa sia. Sono una minoranza di soggetti che comanda su una maggioranza silenziosa, fin troppo silenziosa”. Questa minoranza come si comporta?  “Hanno un atteggiamento di sfida, intimidiscono compagni e adulti. Senza parolacce, perché comunque vengono da famiglie della Roma bene. Sono subdoli e hanno trasformato questa scuola in un porto franco. Ma questa è una scuola pubblica, mica una lobby di studenti e genitori!”. I genitori sono l’altra nota dolente: spalleggiano i figli e non sono preoccupati se si fanno gli spinelli. “Quando convochiamo padri e madri – dice la preside – ci rispondono che gli spinelli servono per calmare i figli, che se consumano stupefacenti a scuola, in fondo non sono preoccupati, perché meglio in classe che per strada. Qualcuno è anche arrivato a rispondermi: “Vuol dire che qui c’è roba buona”».

Il Collettivo ovviamente respinge le accuse. Ma allora c’è da chiedersi: perché una preside dovrebbe giungere a conclusioni tanto gravi, e addirittura a parlarne sui giornali, se non si fosse davvero toccato il fondo nel liceo che dirige? Evidentemente la sua denuncia poggia su fatti reali e rappresenta l’ulteriore segnale di un degrado dell’istituzione scuola cui appare ormai impossibile mettere la parola fine.

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