Minniti, replica “soft” alle critiche dell’Onu: «Diminuiti i dispersi in mare»
«I dati dell’Oim aggiornati al 12 novembre, attestano che dall’inizio dell’anno, nel Mediterraneo centrale, risultano disperse 2.749 persone a fronte delle 3.793 dell’analogo periodo dell’anno precedente». È quanto riferisce il ministro dell’Interno Marco Minniti durante il question time nell’Aula di Montecitorio. Il titolare del Viminale coglie in questo modo l’occasione per replicare all’attacco all’Italia venuto ieri dall’Alto rappresentante per i diritti umani dell’Onu. Si tratta di una risposta di basso profilo a critiche decisamente pesanti. Per l’Onu la politica italiana ed europea di accordo con la Libia sui migranti sarebbe «disumana». Minniti si limita a rilevare «una diminuzione anche significativa, sapendo, tuttavia, che anche una sola morte in mare è per noi inaccettabile».
Il ministro esorta a «non rassegnarsi all’impossibilità di governare i flussi migratori e consegnare ai trafficanti di esseri umani le chiavi delle democrazie europee. Questo è il cuore del problema: innanzitutto sconfiggere il traffico di essere umani e cancellare lo sfruttamento -sottolinea – Farlo significa porre credibili condizioni per regolare legalmente la questione migratoria».
Minniti ricorda che «da un lato l’apertura di corridoi umanitari che in questo anno ha consentito l’arrivo in Italia di mille profughi e che grazie al protocollo siglato al Viminale con la Comunità di Sant’Egidio, la Tavola Valdese e la Federazione delle Chiese Evangeliche consentirà l’arrivo nel prossimo biennio di altri 1000 profughi; dall’altro gli ingressi legali concordati con i Paesi di provenienza. Sconfiggere dunque l’illegalità e promuovere ecostruire la legalità».