L’Ugl sull’Ilva: assolutamente insoddisfatti del piano industriale
“Abbiamo avuto oggi un incontro produttivo con i sindacati cui abbiamo spiegato in dettaglio il nostro piano industriale per Ilva. Abbiamo discusso degli investimenti che effettueremo per ognuno dei tre maggiori impianti dell’azienda, evidenziando la loro importanza al fine di incrementare la produttività, l’affidabilità e la capacità competitiva di Ilva”. È la posizione del gruppo ArcelorMittal affidata a una nota in cui la società spiega di aver illustrato “i nostri piani il cui obiettivo è la massimizzazione delle linee di finissaggio al fine di raggiungere il nostro target iniziale di consegnare 8,5 milioni di tonnellate di acciaio entro il 2020″. ”Non siamo assolutamente soddisfatti”. Lo dichiarano al termine dell’incontro al Mise il segretario confederale dell’Ugl, Ermenegildo Rossi, e il segretario nazionale Ugl Metalmeccanici con delega alla siderurgia, Daniele Francescangeli. ”Un piano industriale di 6 anni è semplicemente inaccettabile e non razionale visto che il mercato dell’acciaio è troppo variabile, a meno che gli investimenti non siano soprattutto concentrati nei primissimi anni. Dubitare da parte nostra è lecito anche perché il piano ci è stato illustrato con slide molto generiche in cui non erano specificati né il prodotto realizzato né il numero dei lavoratori necessari”, spiegano ricordando poi “il grande scoglio” rappresentato dall’indagine Antitrust che la Commissione Ue ha deciso ieri di portare avanti sul progetto di acquisizione dell’acciaieria Ilva da parte di ArcelorMittal. ”Ci aspettiamo quindi che il governo e la nuova proprietà abbiamo le carte in regola per evitare che si discuta su un progetto che il 23 marzo 2018 potrebbe essere messo in discussione”, sottolineano ribadendo la necessità di “certezze per migliaia di lavoratori, per un territorio messo a durissima prova e per il futuro di un settore strategico come quello della siderurgia italiana.