L’imboscata alle forze speciali Usa in Niger: i soldati nigerini scapparono
Le forze speciali americane finite in un’imboscata in Niger il mese scorso hanno dovuto combattere per ore da sole. E questo perché i militari nigerini che si trovavano con loro sono scappati. Pochi minuti dopo l’inizio dei combattimenti con un gruppo di militanti islamici legati all’Is, i soldati nigerini – evidentemente spaventati – se la sono data a gambe levate. Lo scrive il Guardian, citando ufficiali delle forze speciali a conoscenza di quanto successo il 4 ottobre scorso nel Paese africano, costato la vita a quattro militari americani ed a cinque nigerini. Le stesse fonti rivelano che il commando di Berretti verdi caduto nell’imboscata ha tentato più volte di convincere le forze francesi dispiegate in Mali a intervenire in loro soccorso con l’invio di caccia, ma i piloti si sono rifiutati di attaccare a causa della scarsa visibilità sul terreno e delle difficoltà a distinguere le forze amiche da quelle nemiche. “Ad eccezione di quelli che erano feriti, tutti i soldati nigerini sono scappati ed hanno lasciato gli americani a combattere da soli – ha raccontato un ufficiale in pensione – Due gruppi, composti ciascuno da sei soldati americani, hanno combattuto da soli contro una forza superiore” composta da una cinquantina di militanti, armati con mortai e lanciagranate. L’agguato contro i soldati americani e nigerini è avvenuto alle 23.40 ora locale del 4 ottobre scorso, dopo un colloquio di due ore con gli anziani di Tongo Tongo, nel sudovest del Paese, dove il giorno prima gli americani avevano distrutto un campo usato da Djoundjoun Cheiffou, luogotenente di Abu Waleed al-Sahraoui, leader islamico di stanza in Mali che lo scorso anno aveva giurato fedeltà all’Is. Secondo i media di Niamey, Cheiffou era uscito di prigione lo scorso anno, quando era stato rilasciato in cambio della liberazione di un ostaggio australiano.