Leopolda triste per Renzi. Questa volta il “Rottamato” è proprio lui
«Non permettiamo ai rimpianti di superare i sogni». Nelle intenzioni di Matteo Renzi doveva essere lo slancio per un nuovo inizio. Nella realtà, lo slogan che campeggia nella sala centrale della Leopolda, la stazione dismessa di Firenze dov’è in corso l’ottava edizione degli stati generali del Pd, rischia di trasformarsi nell’epitaffio della stagione renziana. Fu qui che nel 2010 prese avvio l’obiettivo della “rottamazione” della vecchia nomenclatura dei Bersani e dei D’Alema (allora vi partecipava anche Pippo Civati, che oggi bivacca nella sinistra radicale). Qui fu celebrato il disarcionamento di Enrico Letta da Palazzo Chigi e la conquista del governo da parte del Giglio magico e sempre qui, infine, solo un anno fa furono scandite le ragioni del “sì” al referendum costituzionale che di lì a poco sarebbe stato invece sommerso da una valanga di “no“. Era il 4 dicembre del 2016. E proprio la Leopolda in corso in queste ore ci rivela che quella data è un vero spartiacque nella narrazione renziana. È il giorno che certifica la fine della connessione sentimentale tra il leader e il Paese e l’inutilità del grillismo di palazzo come continuazione della “rottamazione” con altri mezzi. Per questo, più che triste, la Leopolda odierna è imbarazzata dalla centralità perduta: a Palazzo Chigi c’è Gentiloni, il Pd è un vulcano che erutta scissioni e defezioni e la sinistra è un campo di macerie. E anche il Renzi-style avrebbe urgente bisogno di una riverniciata. Sprigiona un misto di impotenza e di risentimento sentirlo mentre impreca («lottiamo per far vincere la verità») contro le fake news sbandierando una copia del New York Times o mentre tenta di arruffianarsi i millenials con toni e battute da presentatore tv. L’impressione è che cerchi un vento propizio che faccia ri-sventolare la bandiera di una battaglia popolare in grado di ri-connetterlo almeno con gli elettori della sinistra. Punta sulle banche («sono gestite da criminali», fa dire ad uno dei suoi), ma dopo i disastri dell’Etruria e le polemiche su Maria Elena Boschi è impossibile che la riscossa possa partire da lì. Forse è presto per dirlo, ma l’impressione è che alla Leopolda i rimpianti abbiano già superato i sogni. E Renzi lo sa. Del resto, si vede lontano un miglio che oggi il Rottamato è proprio lui.