L’Ema? «Una debacle di Pd e governo». Le tesi autoassolutorie non reggono
Il Pd e il governo se la prendono con il sorteggio. Ma, all’indomani della grave sconfitta italiana nella competizione per l’assegnazione dell’Ema, l’Agenzia europea del farmaco, ciò che emerge è soprattutto la debolezza politica dimostrata dall’Italia in Europa. E le tesi autoassolutarie, basate su un presunto destino cinico e baro, non tengono.
Pd e governo si autoassolvono
Dopo l’esito della gara gli eurodeputati Pd hanno scritto ai vertici dell’Ue per sottolineare che «i mercanteggiamenti a porte chiuse tra governi nazionali e i sorteggi non possono essere dei sistemi accettabili per un’Unione europea che voglia conquistare la fiducia dei cittadini». Per questo hanno chiesto al presidente della Commissione Jean-Claude Juncker, al presidente del Consiglio Donald Tusk e al presidente del Parlamento Antonio Tajani, un «radicale cambiamento delle regole». Nessuna autocritica, invece, sul modo in cui è stata portata avanti la trattativa dal governo e, anzi, per l’Italia viene rivendicato «in modo maturo, autorevole e competente» di stare in Europa. Un po’ lo stesso ragionamento svolto dal ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, per la quale «l’Italia ha mostrato una grandissima credibilità e autorevolezza a livello internazionale» e «perdere al sorteggio è inconcepibile, soprattutto quando si tratta di un’agenzia di questa rilevanza».
Gasparri: «Ema persa per l’inadeguatezza del governo»
Ma è davvero tutta colpa dei meccanismi di assegnazione se l’Italia ha perso l’Ema? Per Maurizio Gasparri «non è solo la sfortuna del sorteggio, certamente una modalità assurda per l’Europa del 2017, che ha fatto perdere l’Ema all’Italia». «È l’inadeguatezza del governo, che non è riuscito a conquistare il consenso di Paesi importanti come Spagna e Germania. La trattativa – ha ricordato il senatore di Forza Italia – è stata affidata, nella fase finale, a figure di secondo piano, mentre ben altre presenze avrebbero dovuto dimostrare l’attenzione e l’impegno dell’Italia per ottenere l’Agenzia». Quindi, per l’esponente azzurro, ci troviamo di fronte a «una sconfitta politica dovuta all’irrilevanza dei governi Renzi prima e Gentiloni poi nel contesto internazionale. Purtroppo l’Italia, che avrebbe meritato l’Agenzia del farmaco – ha concluso Gasparri – paga per la scarsa autorevolezza del governo un prezzo altissimo».
Meloni: «Sono indignata per questa Europa»
Anche per Giorgia Meloni «verrebbe da dire che la tanto sbandierata credibilità europea del Pd non ha portato alcun risultato in questi anni». Ma per la leader di Fratelli d’Italia «da italiana prevale» un altro sentimento: «L’indignazione per un’Europa incapace di decidere e che affida decisioni strategiche a una monetina». «Poi – ha chiosato Meloni – si chiedono perché milioni di europei fanno sempre più fatica a riconoscersi in questo ridicolo carrozzone».