La fine di un’era in diretta tv: discorso di Mugabe alla nazione. Le dimissioni in 5 punti

19 Nov 2017 19:26 - di Redazione

C’è grande attesa per il discorso che il 93enne presidente dello Zimbabwe, Robert Mugabe, da cinque giorni agli arresti, terrà in serata un discorso alla nazione. Lo ha riferito la televisione Zbc, che da mercoledì scorso segue passo passo le vicende istituzionali, cominciate con l’iniziativa militare che ha messo all’angolo il presidente in carica, costretto ad una sorta di deposizione di fatto, nei giorni corroborata poi da nuove elezioni in seno al partito di governo e da defenestrazioni annunciate. Questa mattina, Mugabe era stato rimosso dalla leadership del suo partito, Zanu-PF, che gli ha chiesto di dimettersi entro domani mattina, altrimenti sarà sottoposto a impeachment, e secondo quanto scrive il Mail online, Mugabe avrebbe accettato di dimettersi dopo 37 anni alla guida del Paese. Ma vediamo, riassunta in una scheda in cinque punti, la situazione del Paese dal golpe di mercoledì ad oggi.

Mugabe costretto alla resa: ecco cosa è successo nelle ultime ore

  1. Il discorso alla nazione di Mugabe in tv. C’è grande attesa per quello che tutti in Zimbabwe aspettano come il discorso di commiato del 93enne presidente in carica da quasi 40 anni. L’annuncio del suo discorso alla nazione è arrivato mentre il presidente incontrava alcuni alti ufficiali della polizia e dell’esercito dello Zimbabwe. Media locali hanno diffuso le immagini della stretta di mano tra Mugabe ed i generali.
  2. L’incontro tra Mugabe e i leader militari. C’è stato un nuovo incontro tra i leader militari alla guida del “golpe” in Zimbabwe – che l’esercito preferisce definire un intervento incruento – e  il presidente di fatto destituito dal colpo di Stato, Robert Mugabe: il primo e solo punto all’ordine del giorno, la richiesta rivolta all’ormai ex uomo forte di Harare di dimettersi. Secondo quanto riporta l’emittente Zbc, il nuovo round di colloqui tra i generali e il 93enne presidente, agli arresti domiciliari da mercoledì scorso, avvengono con la mediazione del sacerdote Fidelis Mukonori, e con la partecipazione anche di funzionari delle agenzie di intelligence e del ministero dell’Informazione. Mugabe ha già incontrato giovedì scorso il capo delle forze armate Constantine Chiwenga. Ma i colloqui di oggi sono stati organizzati dopo che ieri decine di migliaia di persone sono scese per le strade di Harare per celebrare la fine dell’era di Mugabe. Una fine a tutto campo: tanto è vero che oggi, si è riunito anche il comitato direttivo di Zanu-Pf e al termine dell’incontro, come si prevedeva, è stata revocata al presidente detronizzato anche la leadership del partito: una decisione formalizzata anche con la richiesta di dimissioni ufficiali arrivata a Mugabe dopo quasi 40 anni di potere indiscusso e che il partito aveva già avanzato venerdì scorso, a 48ore dall’inizio del golpe. 
  3. La nomina del nuovo leader dello Zanu-Pf. Dunque, espulso lo storico leader, il partito di governo dello Zimbabwe, Zanu-Pf, ha nominato al suo posto l’ex vice presidente Emmerson Mnangagwa, che Mugabe aveva licenziato appena due settimane fa. Ed era stato proprio questo licenziamento ad avviare la catena di eventi che hanno portato i militari ad intervenire per impedire che il 93enne, ormai ex uomo forte di Harare, insediasse al suo posto la moglie Grace, a sua volta espulsa dalle fila dello Zanu-Pf. Non solo: a quanto riportano i media locali, sembra che la decisione di rimuove Mugabe dalla guida del partito sia stata accolta con applausi e manifestazioni di gioia dai partecipanti alla riunione. “Mugabe è caduto, Mnangagwa prenderà il posto del despota – ha detto un membro del partito alla Dpa – noi abbiamo fatto la nostra parte ora aspettiamo che l’ex leader si dimetta e se non lo farà avvieremo l‘impeachment“.
  4. Ultimatum a Mugabe: dimissioni entro domani o impeachment. Dopo averlo rimosso dalla leadership, il partito Zanu PF ha dato al presidente Robert Mugabe, agli arresti da cinque giorni, un ultimatum perché si dimetta domani mattina entro le 11 ora italiana. Altrimenti il 93enne presidente, alla guida del Paese da 37 anni, sarà sottoposto a impeachment. Tutto è stato fatto per l’incoronazione ufficiale al vertice del partito Zanu-PF del 75enne ex vice presidente dello Zimbabwe, Emmerson Mnangagwa, come successore. Grandissimo rivale della first lady Grace Mugabe, motivo per cui nelle settimane scorse era stato costretto a lasciare il Paese, Mnangagwa ha partecipato alla lotta di liberazione dello Zimbabwe ed ha sempre fatto parte del governo, guidando anche i dicasteri della Difesa e la Sicurezza di Stato, considerato per anni un fedelissimo di Mugabe. Soprannominato il “coccodrillo”, è considerato un politico spietato. Recentemente aveva accusato la first lady – con la quale era in lotta per la successione al presidente Mugabe –  di avergli offerto del gelato avvelenato ad una festa. 5
  5. L’ex vice-presidente è il candidato alle presidenziale 2018. Anche quello, ormai, è acqua passata: in base a quanto annunciato dal portavoce del partito, Simon Khaya Moyo, al termine della riunione d’emergenza del Zanu-Pf, “Emmerson Mnangagwa è stato eletto presidente e primo segretario dello Zanu-Pf ed è stato designato candidato presidente del partito per le elezioni generali del 2018”. Dunque, l’ex vice presidente del Paese è già il candidato del partito di governo Zanu-PF alle elezioni presidenziali del prossimo anno al posto di Robert Mugabe, che adesso, scattato l’ultimatum perché lasci la guida dello Zimbabwe entro domani, non può far altro che cedere e passare il testimone. E tutto in diretta tv.

 

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