Iniziativa di Forza Italia a Pisa contro la violenza sulle donne
La coordinatrice provinciale di Forza Italia di Pisa Raffaella Bonsangue annuncia un’iniziativa degli azzurri in sostegno delle donne vittime di violenza. Nello spirito della risoluzione numero 54/134 del 17 dicembre 1999, dell’assemblea delle Nazioni Unite, che auspicava la promozione di iniziative, a tutti i livelli, per sensibilizzare l’opinione pubblica, in modo più pregnante, il giorno in cui è stata istituita la ricorrenza internazionale, il coordinamento provinciale di Forza Italia Pisa, ha pensato di ricordare sabato 25 novembre le donne vittime di ogni violenza con un’iniziativa pubblica, nel centro storico della città di Pisa (in Largo Ciro Menotti dalle 10.30 alle 12.30). “Simbolicamente il corrdinamento di Forza italia distribuirà un fischietto alle donne, un piccolo oggetto, facile da tenere con sé e da utilizzare nel denegato caso di aggressione, utile per richiamare l’attenzione e chiedere soccorso. Per essere davvero vicini e tutelare le donne bisogna essere dotati di sensibilità, capacità e formazione. Soprattutto su questo tema bisogna intervenire. Crediamo che sia lo Stato e i suoi uomini e donne, impiegati nelle forze di polizia e nelle forze armate, a dover utilizzare, in via pressoché esclusiva, le armi e che questi uomini e donne coraggiosi debbano essere messi in grado di poter compiere il loro dovere senza il, nemmeno troppo recondito, timore, di potersi ritrovare da organi di giustizia nell’esercizio del dovere di tutela e protezione dei cittadini nella paradossale situazione di imputati e indagati per aver adempiuto al loro dovere. Ancora più vergognoso – prosegue il comunicato di Forza italia – e segno di fallimento di quello che è uno dei compiti prioritari dello Stato è la sempre più frequente situazione in cui è lo stesso cittadino a doversi difendere da sé, usando anche le armi, il cui utilizzo deve esser compiuto da chi è addestrato a tale scopo. Lavorare sulla formazione, vuol dire, innanzitutto, educare al rispetto, nelle famiglie, negli asili, nelle scuole, parrocchie, nelle agenzie e anche nella politica. Come terapia della più virulente delle patologie, la formazione è anche prevenzione. È, certo, anche necessario, intercettare il fenomeno, nelle sue reali dimensioni, tenuto conto di quanto sia difficile per le donne denunciare la violenza subita, spesso perché inflitta nell’ambito familiare e di quanto sia spesso poco utile farlo, anche per gli insufficienti meccanismi e strutture di protezione messe a disposizione dal sistema. Ci vuole il coraggio di infrangere una cultura di violenza che non sembra essere ancora completamente tramontata ma che, anzi, le difficoltà economico-sociali delle famiglie e della comunità vedono, purtroppo, ancora rappresentata. Del resto, nonostante i fondamentali progressi e rivoluzioni legislative, nel nostro ordinamento giuridico, fino agli anni ’80 esistevano il delitto d’onore e il matrimonio riparatore; solo nel 1996 la violenza sessuale diventa un reato contro la persona. In questo contesto, vogliamo anche dire che le false denunce mancano di rispetto a quelle vere e mortificano le vittime”.