In mostra opere scampate al sisma. Rampelli: neanche un euro ai terremotati

24 Nov 2017 16:57 - di Alessandra Danieli

Scandalo all’ombra del terremoto. Altro che Rinascite, come si intitola la mostra in corso al Museo Nazionale Romano che espone alcune opere d’arte scampate al terremoto di Amatrice e Accumuli. Al momento, salvo ripensamenti, l’incasso dell’eposizione, presso le Terme di Diocleziano, non verrà devoluto, neppure in quota parte, ai cittadini del cratere che con il sisma hanno perso tutto, ma sarà intascato da CoopCulture, il colosso cooperativo che gestisce l’immenso patrimonio artistico e culturale italiano. Se n’è accorto Fabio Rampelli, che denuncia lo sciacallaggio o la distrazione e annuncia un’interrogazione urgente al ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini.

Rampelli:  scandalosa Coopculture

«Troviamo sconcertante, al limite dell’incredibile, che ci sia qualcuno che possa lucrare sul terremoto e sui beni recuperati dalle macerie. La mostra, gestita da CoopCulture, i noti monopolisti che gestiscono tra l’altro il Colosseo ininterrottamente dal 1997, sulle opere d’arte salvate ad Amatrice e Accumoli , è a pagamento, 7.50 a persona. L’incasso – spiega il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera – sarà introitato da CoopCulture e dal ministero di Franceschini, non sarà destinato ai Comuni terremotati né è prevista, o se è prevista, non è applicata, la gratuità per le popolazioni colpite dal sisma. Che un privato, Coopculture, possa incassare quote della tariffa facendo fruttare in termini economici la tragedia del terremoto è letteralmente scandaloso». Rampelli si rivolge al capo del governo perché «ponga fine a questo sciacallaggio» e annuncia  un’interrogazione al ministro Franceschini, che, inaugurando la mostra, aveva parlato di un’occasione per accendere i riflettori ed attrarre risorse per la ricostruzione.

Il ministro spieghi chi ci guadagna

Una denuncia, quella di Rampelli, che non può passare sotto silenzio, dice Bruno Murgia di Fratelli d’Italia, componente la commissione Cultura di Montecitorio. «La CoopCulture spieghi come intenda gestire la mostra. Credo sia indispensabile convertire questo evento alle terme di Diocleziano in una prova di responsabilità sociale d’impresa. Considerate le dimensioni di CoopCulture e la gestione capillare delle aree archeologiche più importanti del mondo, è un “sacrificio” che può tranquillamente affrontare. Ogni centesimo incassato sul terremoto, a qualsiasi titolo – conclude Murgia – deve avere una funzione pubblica e nulla deve restare nelle casse private». E parla di immoralità nell’organizzazione di una mostra per visitare la quale si è costretti a pagare in quanto situata all’interno di strutture museali che prevedono la bigliettazione. «Si crei un accesso gratutito – conclude il deputato di FdI  – per i visitatori interessati solo a quell’evento».

 

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