Clandestini, la Ue boccia la gestione Minniti: chiudere centri di detenzione

14 Nov 2017 16:42 - di Redazione

La Ue ora boccia gli accordi stretti con la Libia dal ministro dell’Interno Marco Minniti e le sue politiche migratorie. E avverte: i centri di detenzione in Libia vanno chiusi. L’Unione Europea reagisce alle critiche rivolte alla politica migratoria europea in Libia dall’Alto Commissario Onu per i Diritti umani, Zeid Ra’ad al Hussei e fa sapere di ritenere «che i centri di detenzione in Libia debbano essere chiusi. La situazione nei campi è inaccettabile» avverte l’Unione che dice di lavorare «in piena collaborazione con le Nazioni Unite sul terreno in Libia, proprio perché la nostra priorità è sempre stata e continua ad essere quella di salvare vite, di proteggere le persone, combattere i trafficanti e creare percorsi legali per arrivare in Europa per coloro che necessitano di protezione internazionale». Così un portavoce Ue commenta le critiche delle Nazioni Unite. Vista la situazione nei campi di detenzione in Libia, aggiunge la portavoce, “l’Ue persegue gli sforzi per sostenere la creazione di procedure standardizzate da parte delle autorità libiche, in modo che i migranti soccorsi dalla Guardia Costiera Libica vengano fatti sbarcare e portati in centri di accoglienza che rispettino gli standard internazionali. Solleviamo regolarmente questo argomento con le controparti libiche”. “È l’Unione Europea che finanzia l’Iom, l’Unhcr e l’Unicef, hanno le capacità per lavorare in Libia – sottolinea la portavoce – per tentare di affrontare la drammatica condizione umanitaria e aiutare a migliorare la protezione, le condizioni e il rispetto dei diritti umani dei migranti e dei rifugiati in Libia”. “Queste agenzie sono tutte parti essenziali del sistema Onu e hanno il compito di mettere in pratica la politica migratoria delle Nazioni Unite”, prosegue. “Ricordiamo anche che – aggiunge la portavoce – come parte di questo lavoro, abbiamo assistito insieme all’Iom oltre 8mila persone a ritornare in modo volontario nei Paesi di origine dall’inizio del 2017. La Commissione sostiene anche il reinsediamento di persone bisognose di protezione internazionale, in cooperazione con l’Unhcr e un certo numero di queste sono già state reinsediate (vale a dire trasferite da uno Stato extra Ue in uno Stato Ue, ndr)”.

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