Il processo contro i separatisti catalani andrà al Tribunale supremo di Madrid
L’intero procedimento giudiziario contro i leader secessionisti catalani potrebbe essere riunificato davanti al Tribunale Supremo di Madrid. È quanto scrivono i media spagnoli, dopo che Carmen Lamela, la giudice dell’Audiencia Nacional che seguiva il caso, ha di fatto dato il via libera al trasferimento del caso al giudice Pablo Llarena. Rispondendo a una richiesta del collega del Tribunale Speciale, Lamela ha infatti dichiarato che i reati sono connessi e vanno perseguiti congiuntamente, cosa che può fare solo il tribunale speciale. Il giudice Llarena si è occupato finora della presidente del parlamento catalano Carme Forcadell e di altri cinque deputati ai vertici della camera, i quali sono stati posti in libertà su cauzione. Lamela ha invece perseguito il disciolto governo catalano e il capo dei Mossos Josep Trapero, oltre a Jordi Cuixart e Jordi, Sanchez, i leader delle due principali associazioni indipendentiste. Con l’eccezione di Trapero e del consigliere Santi Vila, quanti si trovavano in Spagna sono stati tutti mandati in carcere, mentre per l’ex capo del governo locale Carles Puigdemont e gli altri quattro ex consiglieri fuggiti in Belgio è stato emesso un mandato di cattura europeo. La reazione dell’Europa di fronte alla crisi catalana “è stata esemplare”, “sono grato all’Europa perchè ha fatto quello che doveva fare”. È quanto ha detto il primo ministro spagnolo Mariano Rajoy in un’intervista a Repubblica, in cui però ha denunciato anche il “fenomeno grave e reale” delle interferenze russe sui social in occasione del referendum secessionista catalano. “Il 55% del traffico proveniva dalla Russia, il 30% dal Venezuela e solo il 3% degli interventi sulla questione catalana veniva da profili corrispondenti a persone reali”- ha detto Rajoy – “non voglio trarre conclusioni né formulare accuse, ma si tratta di un fenomeno grave e reale”.