Convegno sulla “new economy”, più sinergia tra lavoratore e impresa
Si è svolto a Roma nella sala convegni della sede confederale di Confintesa il preannunciato convegno dal titolo “ll tesoro nascosto” che prendendo spunto dal libro scritto da Giuseppe Fischetti ha dato l’opportunità di sviluppare un dibattito sul Valore Tecnologico del Capitale Umano alla luce della New Economy e dei provvedimenti governativi che prevedono sgravi su Irap e Ires alle imprese che, nei loro bilanci, riescono a quantificare il valore dei beni intangibili soprattutto in ordine alle attività svolte dal lavoratore sia manualmente che nel campo dell’ingegno. Il dibattito, che è stato moderato dal giornalista Massimo Visconti, ha visto la partecipazione di esperti nel campo dell’economia, dell’impresa e del sindacato che hanno commentato sia il libro che le ricadute positive, dal punto di vista sociale economico e manageriale, che l’applicazione di quanto scritto da Giuseppe Fischetti potrebbero avere non solo sull’impresa ma su tutta la società. L’autore, soffermandosi su alcuni aspetti del libro, ha di fatto ridisegnato il ruolo che il capitale, il lavoratore e l’imprenditore debbono avere nella moderna economia basata soprattutto sull’utilizzo delle risorse tecnologicamente avanzate e frutto dell’ingegno dell’uomo. In sintesi Giuseppe Fischetti supera il concetto della contrapposizione tra capitale e lavoro fornendo strumenti sia analitici che operativi per arrivare a una reale collaborazione tra lavoratori e datori di lavoro. Su questo tema, stimolati, dalle domande di Massimo Visconti hanno dato il loro contributo Giuseppe Fontanarosa di Conapi a nome delle imprese il quale si è detto favorevole a trovare una sintesi tra lavoratore e imprenditore che porti ad un momento di svolta in cui il rischio e la crisi vengono visti sia dall’impresa che dal lavoratore come momenti di incontro e non di scontro. Ha fatto eco all’intervento del rappresentante degli imprenditori il segretario generale di Confintesa Francesco Prudenzano il quale ha detto che è necessario “trasformare la finta contrapposizione tra datore di lavoro e dipendente in una dialettica costruttiva” che porti finalmente all’applicazione dell’articolo 46 della Costituzione con l’attuazione della partecipazione dei lavoratori alla gestione e agli utili dell’impresa. Il punto di vista scientifico dell’economista Manlio d’Agostino Panebianco è stato mirato a recuperare anche un processo di riscrittura della cultura d’impresa basata su un coinvolgimento del dipendente e sulla necessità, da parte dello Stato, di mettere in atto azioni che favoriscano l’incontro tra dipendente e imprenditore. E’ intervenuto poi il professore Antonio Guidi, che nel primo governo Berlusconi ricopriva l’incarico di Ministro della famiglia e ha voluto portare il suo personale contributo al dibattito affermando che “L’imperfezione delle persone è quella che conferisce luce alla normalità”. Era presente anche l’editore del libro, Peppino Piacente (Secop), cui è stato riconosciuto il merito di aver iniziato un nuovo percorso editoriale volto alla crescita della cultura di impresa e del lavoro alla luce delle nuove opportunità che le tecnologie offrono agli addetti ai lavori.