Casa Bianca, Manhattan e Pentagono nel mirino dei missili di Kim

23 Nov 2017 19:08 - di Redazione

Eistono quindici target primari e secondari in caso di conflitto nucleare nella penisola coreana, Quindici obiettivi multipli che il regime della Corea del Nord inserito nei suoi possibili piani. L’istituto Ecfr ha compilato la lista usando il materiale apparso in dichiarazioni ufficiali e sui media di Pyongyang.

L’elenco del centro studi è dettagliato e riporta le citazioni di fonte nord coreana: 1) territorio statunitense; 2) le più importanti città americane; 3) Manhattan; 4) la Casa Bianca; 5) il Pentagono; 6) le basi Usa nel Pacifico; 7) Guam, alle Hawaii; 8) portaerei nucleari Usa; 9) siti nel teatro sud coreano; 10) installazioni militari americane in Corea del Sud, Osan, Gunsan, Busan; 11) Pyeongtaek, Jungwon, Degu Gyeryongdae (località sud coreane); 12) Seul; 13) la Casa Blue, la residenza presidenziale del Sud e le «altre agenzie governative reazionarie»; 14) basi americane in Giappone e Okinawa; Yosuka, Misawa, Okinawa (località nipponiche); 15) il territorio giapponese nel suo complesso.

L’Ecfr, come del resto hanno sottolineato spesso molti analisti, afferma che la strategia di Kim contempla l’uso dell’atomica in chiave “difensiva”. Ma questo termine “difesa” è chiaramente un copertura propagandistica. Infatti la retorica nordcoreana ha sempre insistito su questo aspetto. Sempre in base alle dichiarazioni ufficiali si tratterebbe di un’azione preventiva. In realtà il regime vuole alimentare nel campo avversario i dubbi sulle sue intenzioni, confondere le carte, creare una paratia per non far capire quali saranno le sue mosse. La Corea del Nord è pronta a tutto per difendere la leadership e se dovesse pensare che Washington punta ad una “decapitazione” (spesso evocata negli scenari) ci potrebbe essere una reazione incosnsult . Sempre secondo l’istituto la monarchia rossa non sembra fare troppa distinzione tra bersagli militari e civili, almeno ciò è quanto emerge dalle prese di posizioni dei dignitari comunisti. Inoltre è evidente che Kim ha investito – e molto – per diversificare il proprio arsenale strategico, che non è “negoziabile”. Il leader vuole disporre di armi utilizzabili da piattaforme diversei. Da qui lo sviluppo di un sommergibile capace di lanciare un missile a lungo raggio: i lavori su questo progetto sono in corso. Non c’è molto da stare tranquilli.

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