Calcio, Malagò vuole Veltroni. Ovvero, dopo Ventura la definitiva sventura

15 Nov 2017 15:32 - di Tano Canino

Ci risiamo, riciccia Valter Veltroni. Buono dopo ogni devastazione, il disastro del calcio azzurro che non andrà ai mondiali di Russia, lo sta riportando in auge. Veltroni è di nuovo pronto e di nuovo spinto. In questo caso dal fido amicone Malagò che lo vorrebbe al vertice della Figc. Non avendo ancora ben compreso come sia stato possibile che i nostri strapagati eroi si siano sfracellati contro il muro eretto -andata e ritorno- da una dozzina di aitanti magazzinieri dell’Ikea, il veltronianissimo capo del Coni, in linea con un modo di fare che è pure un modo di essere, sta probabilmente pensando che alla federazione più importante serva anzitutto un maquillage. E perciò, per il dopo Tavecchio, Veltroni. Perchè senza bisogno di aggiornarsi o di studiare, Veltroni è parecchio avanti: è già politicamente corretto, liberal e progressista di suo. Tutt’insieme. Il che lo rende più malleabile del Var (se ci fosse stato, l’altra sera, di rigori la Svezia ne avrebbe avuti 3), anche se è dubbio che possa bastare per tornare a competere e a vincere qualcosa. E perciò, Veltroni. Perchè evidentemente, secondo il Malagò-pensiero, una federazione di incapaci e perdenti non ha bisogno di vincenti, ma di un perdente di successo. E cos’altro, se non questo è Veltroni? La riserva buona per ogni poltrona. Uno che, dopo aver affossato la sinistra con l’idea del Pd partito a vocazione maggioritaria (sic!), dopo aver salassato la Rai con programmi costosissimi e dallo share imbarazzante, dopo aver intaccato i bilanci di alcune società di produzione cinematografica con la regia di film dai mortificanti incassi, dopo aver dissanguato case editrici e ingolfato librerie di invenduto da macero, potrebbe appollaiarsi, con quell’aria suadente e pensosa assai, alla presidenza federale del nostro calcio. L’ennesima, allegra (per lui) avventura. Che se infine il risultato fosse simile a quello ottenuto negli altri succitati ambiti, allora sì che il disastro di San Siro e l’onta della disfatta con gli svedesi sarebbero dimenticate. Perchè si passerebbe dal tonfo di Ventura alla definitiva sventura. Veltroni, perciò. E così sia.

 

 

 

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