Calcio: colpito da una pallonata in petto, muore in campo a quindici anni
È morto in campo per una “banale” pallonata che lo ha colpito al petto mentre giovava a calcio con gli amici. Aveva solo 15 anni, Keelan MacKnight, come rivela il Corriere della Sera, il suo cuore era sano eppure è deceduto per un incidente inspiegabile avvenuto in Gran Bretagna l’8 luglio scorso e rimasto per mesi senza un perché. Soltanto oggi, a distanza di mesi, l’autopsia sul corpo dell’adoloscente ha chiarito quello che davvero è accaduto: un evento rarissimo chiamato commotio cordis, risultato di un trauma non penetrante e non particolarmente violento alla gabbia toracica che produce fibrillazione ventricolare.
Muore per una pallonata a 15 anni
«La commotio cordis non è assolutamente prevedibile ed è un evento raro e sfortunato» conferma il dottor Giulio Melisurgo, cardiologo dell’Ospedale San Raffaele e consulente del Milan, «la diagnosi di questa patologia viene fatta dopo aver escluso altre cause di morte improvvisa nell’atleta come cardiomiopatia ipertrofica, anomalia congenita delle coronarie, malattia aritmogena del ventricolo destro. Questo ragazzo è stato colpito dall’oggetto sbagliato, nel momento sbagliato nel posto sbagliato, in una fase di estrema vulnerabilità del ciclo cardiaco». Un amico di Keelan, William Freeman, suo coetaneo, ha raccontato al medico legale quello che è successo quel pomeriggio di luglio. «Ci siamo organizzati per giocare, Keelan si è posizionato in porta. A un certo punto ha messo le mani in avanti per afferrare la palla, ma ha mancato il pallone che lo ha colpito al petto. Sembrava senza fiato, il suo volto è diventata prima pallida e poi blu». Gli amici hanno subito chiamato un’ambulanza. Un papà che si trovava al parco giochi vicino con il figlio di due anni ha praticato le manovre di rianimazione in attesa dei soccorsi. Keelan è stato portato in ospedale in elicottero e poi trasferito in una struttura più specializzata, al John Radcliffe Hospital di Oxford. Ma non c’è stato nulla da fare. Si può essere colpiti migliaia di volte da una pallonata senza che accada nulla. C’è solo una frazione di secondo nella finestra del ciclo cardiaco – hanno spiegato i medici – in cui il colpo può provocare un arresto cardiaco, quasi sempre fatale. Dagli anni Novanta esiste un registro americano per determinare l’incidenza di questo fenomeno: da allora si sono verificati circa 200 casi.