Amatrice sì, amatori no. Centrodestra “freddo” su Pirozzi candidato per il Lazio

10 Nov 2017 15:55 - di Francesca De Ambra
pirozzi

Non si può certo definire festosa l’accoglienza riservata dal centrodestra all’autocandidatura alla presidenza della regione Lazio di Sergio Pirozzi, apprezzatissimo sindaco di Amatrice, la cittadina in provincia di Rieti più colpita dal terremoto dello scorso anno. Non è il nome, che incontra la disponibilità e il rispetto di tutti, a destare perplessità, quanto il metodo e la tempistica. La prima ad evidenziarlo era stata Giorgia Meloni, leader del partito in cui Pirozzi milita, quando ha ricordato che perché una candidatura risulti competitiva e poi vincente, c’è bisogno che sia espressione della più larga condivisione.

Pirozzi ha annunciato di voler correre per la Regione

Concetto condiviso un po’ da tutti, a cominciare dal forzista Maurizio Gasparri che ha invitato tutti a mettere da parte «protagonismi».  «In democrazia – ha spiegato il vicepresidente del Senato – tutti possono proporsi, altro è essere eletti. Io penso che le autoproposizioni siano legittime ma penso anche che non siano il metodo migliore per costruire uno schieramento vincente. Noi faremo le nostre valutazioni. Quello che ravviso è che ci vorrebbe da tutti più umiltà». L’unità della coalizione è il tasto che pigiano tutti «Pirozzi? Ce ne sono altre cinquanta di candidature di qualità, deve decidere il centrodestra unito», è la risposta di Renato Brunetta a chi gli chiedeva un commento sull’annuncio del sindaco di Amatrice.

Perplessità per modalità e tempistica

Anche per Mara Carfagna, che ha riconosciuto a Pirozzi «di essere un valido amministratore» e di avere «tutte le carte in regola per giocarsela», il vero valore aggiunto per vincere è rappresentato da «unità, coesione e valorizzazione delle diversità di anime all’interno del centrodestra». Attestato di «stima e di rispetto» per Pirozzi arriva infine dal fittiano Luciano Ciocchetti, coordinatore regionale di Direzione Italia: «Il candidato presidente, fa sapere, «potrà essere anche lui, purché lo si decida tutti insieme». In caso contrario, ha concluso «faremmo solo un favore ai grillini e a Zingaretti‘».

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