Adesso l’Europa ha paura della “hard Brexit”: ma che si aspettava?

14 Nov 2017 15:34 - di Redazione

Gli imprenditori europei hanno espresso a Theresa May le loro preoccupazioni per una possibile hard Brexit. Abbiamo detto alla premier britannica che i negoziati “senza un accordo sarebbero fatali per l’industria”, ha riferito all’agenzia stampa Dpa Ulrich Hoppe, capo della camera di commercio tedesco-britannica. “Gli imprenditori sono estremamente preoccupati della lentezza dei negoziati e la mancanza di progressi a solo un mese del decisivo Consiglio d’Europa di dicembre”, ha commentato Emma Marcegaglia, presidente di BusinessEurope, citata dalla Bbc. “Gli imprenditori vogliono evitare di trovarsi sull’orlo del precipizio, e chiedono un’intesa transitoria in stile status quo con la Gran Bretagna nell’unione doganale e il mercato unico, in quanto darebbe maggiori certezze a cittadini e imprenditori”, ha aggiunto Marcegaglia. Già la settimana scorsa, in vista dell’incontro, Joachim Lang, leader della Federazione dell’Industria tedesca (Bdi), aveva avvertito che “il pericolo di una Brexit molto dura rimane alto”. Nuove tensioni minacciano la tenuta del già fragile governo di Theresa May. Al centro del nuovo caso vi è una lettera segreta inviata alla premier britannica dal ministro degli Esteri Boris Johnson e quello dell’Ambiente Michael Gove in cui si lamenta “l’insufficente energia” di alcuni colleghi di governo verso la Brexit. La May viene esortata a “far chiarezza nelle loro menti” perché tutti i ministri possano “interiorizzare la logica”. Con tono cospiratorio, la missiva reca l’indicazione “solo per gli occhi tuoi e di Gavin”, riferendosi alla premier e al capo del suo staff, Gavin Barwell. E insiste che ogni periodo di transizione dovrebbe cessare nel giugno 2021. Rivelata dal Mail on Sunday, la lettera segreta non è piaciuta, né per il contenuto né per i toni usati, ai sostenitori della soft Brexit, il cui capofila è il cancelliere dello Scacchiere Philip Hammond. Un ministro, di cui non è stato reso noto il nome, ha detto al Guardian che si tratta di una lettera di sapore “orwelliano”, riferendosi a romanzi come “1984” o “la fattoria degli animali”. Un altro ha sottolineato che la May deve rimettere Johnson e Gove al loro posto per non apparire debole. La lettera dimostra inoltre che Johnson e Gove sono di nuovo alleati, dopo la rottura nel 2016 quando il secondo si candidò senza successo alla guida del governo, ritirando il suo sostegno al primo. L’accordo fra Gran Bretagna e Unione Europea sulla Brexit verrà sottoposto al voto del parlamento britannico. Lo ha assicurato oggi alla Camera il ministro per la Brexit David Davis. “L’accordo reggerà solo se il parlamento lo approverà”, ha dichiarato il ministro, citato dai media britannici. L’offerta giunge prima del difficile voto alla Camera sulla legge per il ritiro dall’Unione Europea, dove i laburisti potrebbero mettere in difficoltà il governo grazie ai voti di conservatori ribelli. La promessa del voto non ha però placato i critici. La votazione si presenta infatti come un prendere o lasciare: se il voto sarà negativo, l’accordo non entrerà in vigore, ha spiegato Davis, ma la Gran Bretagna uscirà comunque dall’Ue. Inoltre, se non ci sarà accordo fra Londra e Bruxelles, il parlamento non sarà chiamato a esprimersi. Infine Davis non ha chiarito se il voto sull’accordo si svolgerà prima del 29 marzo 2019, data per la quale è stata fissata l’uscita dall’Ue.

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