Abdeslam a processo a dicembre: come vive e cosa attende il terrorista delle stragi di Parigi

13 Nov 2017 12:07 - di Redazione

E a proposito die cerimonie commemorative intestate alle vittime delle stragi di Parigi a due anni da quel 13 novembre di sangue e di morte, Salah Abdeslam, unico membro ancora in vita del commando terroristico che attaccò il cuore della Francia in quel tragico venerdì del 2015, sarà giudicato a Bruxelles a partire dal prossimo 18 dicembre nel quadro del troncone belga del procedimento a suo carico. Abdeslam, rinchiuso nel carcere di Fleury-Mérogis, ha chiesto di essere presente al processo nella capitale belga che lo vede imputato per aver aperto il fuoco contro alcuni agenti di polizia il 16 marzo 2016. Allora, il terrorista era ancora a piede libero.

Abdeslam a processo il 18 dicembre

Dopo aver preso parte agli attacchi di Parigi, dove aveva rinunciato ad attivare la sua cintura esplosiva, Abdeslam era fuggito dalla Francia e aveva raggiunto Molenbeek, a Bruxelles. Mesi dopo, nel corso di una perquisizione della polizia belga, era scoppiata una sparatoria: tre agenti erano rimasti feriti, un uomo ucciso, e due sospetti si erano dati alla fuga. Uno di loro, Abdeslam, venne catturato due giorni più tardi. Il terrorista è in carcere in Francia dall’aprile 2016: le sue condizioni di detenzione – in particolare il totale isolamento sonoro e visivo – sono state leggermente alleggerite di recente a causa delle sue condizioni psicologiche e per il rischio di un tentativo di suicidio denunciato dall’amministrazione penitenziaria. Il ministro della Giustizia, Nicole Belloubet, ha spiegato la necessità di alleggerire alcune condizioni di detenzione per via della necessità di mantenere un contatto con il detenuto: «Se si vuole che il processo sia condotto in condizioni pertinenti alla sicurezza della nostra società, è importante poter entrare in contatto con lui».

Abdeslam, il detenuto più sorvegliato del paese

Abdeslam è in isolamento e resta il detenuto più sorvegliato del paese, guardato a vista 24 ore su 24, senza nessun contatto con gli altri detenuti. Da quando è stato arrestato si è chiuso in un silenzio totale, tanto che i suoi legali, il francese Frank Berton e il belga Sven Mary, avevano rinunciato a difenderlo,  convinti che non avrebbe mai parlato. In Francia è perseguito per il reato di omicidio terroristico. Il caso è ancora nella fase istruttoria e la data del processo non è ancora stata stabilita: in ogni caso non inizierà prima della fine del 2019 o 2020. Quanto al processo di Bruxelles, è attesa a breve la risposta della Corte d’appello di Parigi alla richiesta del Belgio di avere il detenuto per il processo. Successivamente dovranno essere fissate le condizioni e le modalità esatte del trasferimento, che potrebbe essere quotidiano ed avvenire in elicottero. Nulla permette però di pensare che Abdeslam voglia collaborare maggiormente in Belgio rispetto a quanto sta facendo in Francia. Ingranaggio essenziale della logistica degli attentati di Parigi, Abdeslam potrebbe aiutare a chiarire quelle che il procuratore antiterrorismo François Molins ha chiamato «le zone d’ombra nei dossier», che ancora esistono

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