5 anni fa ci lasciava Pino Rauti. Le sue intuizioni un patrimonio della destra
Pino Rauti se ne è andato il 2 novembre di cinque anni fa. Senza alcun clamore. Seppur clamorosamente impegnativa era stata tutta la sua vita. Cominciata con l’adesione volontaria alla Repubblica Sociale Italiana di Benito Mussolini. È stato un uomo che al pensiero della destra italiana e più in generale alle diverse galassie antisistema, ha dedicato l’intera esistenza e una sterminata produzione politico-letteraria. Giornalista puntuale e polemista corrosivo Pino Rauti fu eletto in Parlamento nel 1972 e diventò segretario nazionale del Movimento Sociale Italiano – Destra Nazionale dal 1990 al 1991. Ad un lustro dalla scomparsa, l’attualità del pensiero di Rauti è nei fatti. Anche alla luce delle profonde trasformazioni in atto non solo nel panorama politico, ma soprattutto nella società. È così per alcune delle sue formidabili intuizioni che gli valsero, già in tempi di contrapposizione esasperata, l’attenzione e il rispetto degli avversari più agguerriti. Come, ad esempio, la Literaturnaja Gazeta, rivista ufficiale della cultura sovietica, che lo definì un temibile “incendiario di anime“. E del resto, lavoro, ambiente, demografia, immigrazione, urbanistica, metapolitica rappresentano solo alcune delle “questioni” poste da Rauti all’attenzione della parte più avveduta di pubblica opinione non solo di un partito, il Msi, che egli avrebbe voluto più figlio del suo tempo e meno prigioniero di un pur nobile, ma sterile nostalgismo. Si deve proprio a questa instancabile attività formativa il successo del pensiero di Rauti. Un successo non offuscato dai deludenti risultati ottenuti nella breve stagione della sua leadership politica. L’intuizione dello “sfondamento a sinistra”, che tanto scandalizzò Indro Montanelli, è ad esempio lo schema di penetrazione nei ceti popolari o, comunque, più esposti ai venti della crisi cui farebbe bene a guardare con attenzione il centrodestra che ambisce a tornare alla guida della Nazione. Così come attuale è l’idea di Rauti aiutare gli africani a restare in Africa e le sue battaglie in favore della natalità combattute nella consapevolezza che non vi può essere identità nazionale senza “quantità” nazionale. Purtroppo, esattamente come Almirante, anche Rauti non ha colto i frutti della sua straordinaria missione politica. Entrambi, però, avevano visto lungo e quel che ieri sostenevano in un cupo isolamento oggi sta tornando prepotentemente di moda.