Vergogna social, insulti a nonna Peppina: “Ti auguro di morire, vecchia di m…”

16 Ott 2017 13:45 - di Alberto Consoli

La storia commovente di nonna Peppina Fattori ha mosso la pietas e l’affetto di tanti italiani. Mai ci saremmo aspettati che gli “haters” nome nobile dato a degli imbecilli, avrebbero colpito l’anziana donna con commenti dietro i quali ci riesce difficile scorgere sembianze umane. La cattiveria allo stato puro. Una fogna. Che Facebook sia popolato “anche” da idioti, pedofili e satirici falliti lo si sapeva. E’ il bello (e il brutto) della libertà in rete. Ma la malvagità di chi augura la morte, di chi dietro una tastiera mortifica una vecchietta che non sa dove trascorrerà gli ultimi anni rappresenta il grado zero dell’umanità. Ebbene, esiste un profilo – Giente Honesta –  collegato alla pagina del “Partito Anarco-Capitalista”, veniamo a sapere dal Giornale che ne ha dato conto. All’interno dei gruppi, si sa, c’è di tutto, anche se spesso gli admin invitano a commenti civili. Qualche mente “brillante” ha lanciato come argomento la storia di nonna Peppina Fattori, la terremotata di San Martino di Fiastra sfrattata dai giudici dalla sua casetta di legno (abusiva) in cui avrebbe voluto morire dopo aver perso la casa nel sisma. 

Degrado e disumanità

Tutto odio si è rovesciato sulla mite e sventurata vecchietta.  “Secondo me è già morta e la muovono con dei fili”, scrive un utente. “È imbalsamata e dentro c’è un nano. Come per il Gabibbo”. Peggio del peggio, fa male a leggere e a riportare i commenti su nonna Peppina.  “Vecchia di merda”. “Ma uccidetela almeno smette di soffrire”. Infine gli auguri di morte di chi invita “nonna peppina” ad “andare ad abitare nella casa del Signore, che è tutto gratis”. A cosa si sta spingendo l’odio sociale e lo sfilacciamento di ogni rapporto umano si evincono dai “like” che tali bestialità ottengono da altri anonimi figuri a cui la rete offre copertura. Un tizio ha raccolto una valanga di apprezzamenti per una frase: “Peppina non si muove. Spostati paralitica bastarda”. Roba da non credere, se le parole non fossero lì a testimoniare un degrado umano sconcertante: “Vecchia di m***a che aspetti a morire?”. E ancora: “Ti venga un cancro”. Vergogna.

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