Tunisino picchia la figlia 23enne e la sbatte contro il muro: non era la prima volta

31 Ott 2017 15:06 - di Redazione
femminicidio

Un rimprovero degenerato in una violenza spropositata; l’ennesima testimonianza di un istinto punitivo, sintomo dello spregio per la figura femminile da assoggettare e sottomettere. Tutte cose che con il rispettoe l’affetto reciproco che un padre dovrebbe nutrire per la figlia non hanno davvero nulla in comune…

Picchia la figlia e la sbatte contro il muro

E allora, l’ultimo caso di maltrattamenti in famiglia arriva dall’Aquila, dove la cronaca ha registrato l’ultima efferata lite domestica che ha rischiato per finire in tragedia. E allora, dopo aver rimproverato la figlia, di 23 anni, per aver coperto male la frutta in tavola e per avergli mancato di rispetto, il genitore l’ha prima schiaffeggiata, poi colpita con pugni e calci e infine, tirandola per i capelli, l’ha sbattuta più volte contro il muro. L’uomo, un tunisino 56enne, è stato colpito dalla misura di allontanamento dalla casa familiare, eseguita dagli agenti della squadra mobile dell’Aquila. Le indagini sono partite quando la ragazza si è presentata al pronto soccorso dell’ospedale San Salvatore con diverse ecchimosi e lividi sul viso e su tutto il corpo: tutti segni di maltrattamenti subiti per anni da parte dell’uomo per futili motivi. Tutti sintomi di un modo malato di concepire l’educazione e la vita in famiglia.

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