Travaglio, comizio alla Nanni Moretti. Ma a Piazza Navona non trova nessuno

25 Ott 2017 10:57 - di Eleonora Guerra
marco travaglio

Si è risolta in un flop la manifestazione della sinistra italiana contro la legge elettorale, che aveva come testimonial d’eccezione il direttore del Fatto quotidiano Marco Travaglio. Riuniti in piazza Navona, a due passi dal Senato, i manifestanti del Comitato di Coordinamento per la democrazia costituente erano poche decine.

Travaglio ammette: «Con Moretti c’era più gente»

È toccato proprio a Travaglio prendere atto del fallimento della protesta, che nelle intenzioni degli organizzatori doveva ripercorre i fasti della mobilitazione girotondina. «Eravamo in questa piazza con Nanni Moretti e Paolo Flores D’Arcais. C’era più gente, perché allora pensavamo che solo la destra faceva attentati alla Costituzione. Oggi sappiamo che li fanno anche quelli dell’altra parte», ha detto Travaglio, in una versione un tantino nostalgica. «I deputati devono essere scelti tutti nessuno escluso dai cittadini perché non ci siano mai più larghe intese», ha proseguito il giornalista, aggiungendo che «mentono spudoratamente perché sceglieranno loro e non noi. Noi possiamo manifestare e far girare la voce. Noi non sapremo per chi votiamo però ringraziamoli perché almeno ci hanno detto per chi non dobbiamo votare, cioè per chi sta votando questa legge».

«Spostiamoci o i senatori non si accorgono che siamo qui»

Oltre a Travaglio, in piazza c’erano tutti i volti noti della sinistra: da Nicola Fratoianni a Pippo Civati, da Loredana de Petris a Stefano Fassina, fino al redivivo Nichi Vendola. E tutti hanno usato toni bellicosi e drammatici, mentre alle loro spalle sul palco sventolavano le bandiere con la  falce e il martello. «Vergogna», ha tuonato Fratoianni, parlando di «schiaffo e coercizione». «Arroganza, protervia», sono state le accuse di Civati, mentre tutti scagliavano un sonoro «No alla legge Renzi-Berlusconi». L’intervento risolutivo, però, è stato quello del già vicepresidente del comitato per il No, Alfiero Grandi. È stato lui a rivolgersi al manipolo di manifestanti, invitandoli a spostare la protesta nella stradina che da piazza Navona porta a Palazzo Madama: «Altrimenti – ha spiegato – i senatori non si accorgono che siamo qui».

 

 

 

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