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Sabato pomeriggio una marcia per il lavoro e per compattare la destra

Sabato pomeriggio una marcia per il lavoro e per compattare la destra

Home livello 2 - di Vincenzo Sofo - 13 Ottobre 2017 - AGGIORNATO 13 Ottobre 2017 alle 21:01

Sabato pomeriggio a Roma (ore 15, P.za della Repubblica) ci sarà una Marcia per il Lavoro. Perchè mentre la politica discute di Ius Soli e legge elettorale, nell’ultimo anno se ne sono andati dall’Italia in 100mila; e di quelli che sono rimasti ne sono disoccupati in 3 milioni; e il 20% dei giovani che studiano per laurearsi; e trovare un lavoro il lavoro non lo trova; e il restante 80% lo trova ma con uno stipendio più basso rispetto alla media europea.

E potrei andare ancora avanti a lungo a ricordare alla sinistra i danni che i governi Monti-Letta-Renzi-Gentiloni hanno fatto e stanno facendo all’Italia, a tal punto da far rivivere nel nostro Paese il fenomeno dell’emigrazione, esodo del quale i media non parlano ma che negli ultimi sei anni è esploso aumentando del 300%.

Sabato pomeriggio a questa marcia per il lavoro parteciperò insieme alla rete del Fronte Identitario, che da militante leghista ho costituito per supportare un’altra marcia, quella di Matteo Salvini a leader di quello che tutti chiamano centrodestra. Perché dopo vent’anni di monopolio berlusconiano, è arrivato qualcuno che finalmente è riuscito a porsi come contraltare e a far capire che la metà destra del Paese non è proprietà sua ma è il prodotto di varie anime tra le quali c’è quella identitaria-conservatrice-tradizionalista fino a oggi tenuta ai margini e le cui istanze invece sono essenziali per risollevare l’Italia.

E a questa marcia sarò accanto al Movimento Nazionale per la Sovranità e a Noi Con Salvini e al movimento Patria e ad altri ancora. Perché se vogliamo che le idee della cosiddetta destra tornino protagoniste nella politica italiana, oggi l’occasione è troppo ghiotta per perdersi in personalismi e ducismi vari: bisogna darsi una mossa, supportare chi – Salvini – ha davvero la possibilità di dare un futuro all’area identitaria e fare quadrato concentrandoci non su ciò che ci divide ma sulle battaglie comuni che ci uniscono.

 

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13 Ottobre 2017 - AGGIORNATO 13 Ottobre 2017 alle 21:01