Renzi felice per la vittoria di Assad. Ma non era un dittatore sanguinario?
Supera veramente ogni limite di decenza quanto scritto dall’ex premier Matteo Renzi sulla sua pagina Facebook, lui che con il suo partito e tutta la sinistra, hanno sputato per anni sul presidente siriano Bashar al Assad, “colpevole” solo di resistere a un golpe armato da parte di terrorisiti islamici pagati dall’estero: “In queste ore la capitale del presunto Stato Islamico, Raqqa, sta per essere liberata innanzitutto dalle straordinarie forze curde. E anche se non fa notizia, questa è una grande notizia. Negli ultimi tre anni Raqqa è stata la capitale del terrore e vedere oggi le donne festeggiarne la liberazione allarga il cuore. Restituisce umanità a un luogo che è stato per anni il centro del terrore. Non possiamo dimenticare ciò che è accaduto in questi anni, non possiamo ignorare che il pericolo per le nostre città non è venuto meno. Ma la liberazione di Raqqa è una grande notizia anche se vorrebbero farci parlare di altro”, scrive su Fb Matteo Renzi. Ma come: il presidente Assad, legittimo capo di Stato della Siria, per la sinistra tutta era solo un dittatore sanguinario di cui liberarsi al più presto, e ora si gioisce per la sua meritata vittoria. Poiché ha vinto, ora è lui dalla parte della ragione. L’Occidente, la Ue, la Nato, l’Onu, non sono riusciti ad assassinarlo come hanno fatto come Saddam Hussein e Muhammar Gheddafi, e quindi ci si unisce a lui nelle celebrazioni per la vittoria. E’ veramente vergognoso questo voltafaccia. Si spera solo che Assad saprà distinguere i suoi nemici vigliacchi dai suoi amici, che lo hanno sostenuto anche quando non era “comodo” farlo. Intanto si apprende che le Forze democratiche siriane (Sdf) curde sostenute dagli americani hanno lanciato l’offensiva finale per la ripresa di Raqqa, battaglia che “andrà avanti fino a che l’intera città sarà ripulita dai terroristi che hanno rifiutato di arrendersi”, fra cui ci sono 150 foreign fighters e un numero non precisato di siriani. La nuova offensiva ha preso il via dopo che i civili e gli jihadisti arresi hanno lasciato la città, nel quadro dell’accordo definito dal consiglio degli anziani. Fino a ora 275 jihadisti siriani e le loro famiglie (o ostaggi) hanno lasciato Raqqa, secondo i termini dell’accordo, ha precisato l’Sdf.