Ramadan, il guru islamico amato dalla sinistra, accusato di stupro da una francese

21 Ott 2017 12:03 - di Redazione

La scrittrice franco-tunisina Henda Ayari ha prima denunciato alle forze dell’ordine, poi ha raccontato la vicenda sul web: sotto accusa il docente e studioso islamico Tariq Ramadan, che la donna sostiene essersi macchiata di una violenza sessuale ai suoi danni. Così, con un hashtag inequivocabile #balancetonporc e sull’onda dello scandalo legato al produttore Usa, Harvey Wienstein, la donna ha reso pubblica in tutto il mondo la sua triste vicenda.

Lo studioso islamista svizzero, molto amato a sinistra e riferimento in convegni e iniziative pubbliche dei no global di tutta Europa, è stato denunciato per «crimini di stupro, aggressione sessuale, violenze volontarie, stalking e intimidazione» dalla Ayari, attivista femminista da anni impegnata sul terreno dei dirritti civili, che ha chesto alla procura di Rouen, in Francia, di fare luce sulla vicenda.

La scrittrice, il 20 ottobre, sulla sua pagina Facebook ha scritto: «Sono stata zitta per tanti anni per paura di ritorsioni dato che quando avevo minacciato di denunciarlo per stupro, lui non aveva esitato a minacciarmi e a dirmi che sarebbe successo qualcosa ai miei figli; ho avuto paura e sono rimasta in silenzio per tutto questo tempo». Di questa storia la donna aveva parlato anche in un libro, “in un capitolo dedicato solo a questo, cambiando il suo nome per non essere denunciata per diffamazione. Oggi però non posso più tenere questo segreto così pesante da portare, è tempo per me di dire la verità”.

La Ayari, a quanto pare, sostiene di aver incontrato Tariq Ramadan nella camera d’albergo a Parigi in cui l’uomo alloggiava perché si trovava in città per tenere una conferenza e di aver subito la violenza. Ramadan è il nipote del fondatore dei Fratelli Musulmani, insegna Scienze islamiche contemporanee all’Università di Oxford e spesso è finito nel mirrno degli intellettuali cristiani per le sue idee integraliste sull’Islam e per il suo fanatismo.

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