Povero Piqué, ecco tutti i tormenti indipendentisti del calciatore catalano

3 Ott 2017 13:59 - di Mario Aldo Stilton

Povero Gerard Piqué. Che dolore prova, in queste ore, il calciatore catalano. Lui, emblema della Catalogna pallonara,  che s’allena con le furie rosse di Spagna. E, per questo, fischiato e spernacchiato dai tifosi accorsi a vedere a Las Rozas l’allenamento della Nazionale iberica. Costretto a fingere, Gerard Piqué. Obbligato ad inghiottire l’amaro calice e ad indossare la divisa di una nazionale che non sente più sua. Indotto a sgambare, a sudare, a correre per colori che chiaramente gli ripugnano. Talmente oppresso da manifestare (chissà perchè però in spagnolo!)  ai microfoni delle tv sportive, con voce rotta dall’emozione, il suo personalissimo dramma. Ma da chi? Chi sta obbligando il povero Piqué a fare ciò che non vuole? Chi è quel perfidone che s’approfitta di quest’anima candida e indipendente? Il fatto chiaro non è: sembrerebbe un’autoflagellazione. Quasi fosse il fio da pagare alla rinata purezza catalana per tutti gli anni trascorsi a giocare con quella repellente Nazionale di calcio che, tuttavia, gli ha consentito di vincere tutto quel che un calciatore poteva vincere; per non dire pure di quell’orribile campionato iberico dove spesso, anche li, è risultato vittorioso col Barça. E, comunque, è ad un bivio il povero Piqué. Restare o lasciare, l’amletico dilemma, dovrà pur trovare risposta. Non facile, ma dovrà. Ci sono infatti varie cosucce da valutare. Quisquilie. Se, ad esempio, va via dalla nazionale spagnola, Piqué praticamente dovrà dire contestuale addio a qualunque torneo di alto livello: a cominciare dai mondiali prossimi venturi. Che una cosa è certa: la nazionale catalana potrebbe, ove nascesse, confrontarsi alla meglio con Andorra, Gibilterra e San Marino.  Null’altro. E poi c’è il Barça. Con chi mai si confonterebbe l’invincibile armata blaugrana se decidesse di abbandonare il repellente e centralista e monarchico campionato spagnolo? Un campionato della Catalogna farebbe sorridere. Provocando altri addii immediati. Con Leo Messi, argentino e Luisito Suarez, uruguaiano primi a scappare. Considerato che lo spagnolo è pure la loro lingua madre. Per non dire infine dello stipendio: quei 5,8 milioni di euro l’anno che percepisce difficilimente sarebbero sostenibili dalla nuova società indipendente e senza campionato. Povero Piqué. Fin che la decisone arriverà, durerà il tormento. Ma, poi sarà l’estasi: tra le braccia di Shakira!

 

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