La scomparsa di Francesco Rossi, storico segretario della Garbatella

17 Ott 2017 19:50 - di Redazione

Domenica sera ci ha lasciati Francesco Rossi, storico segretario sezionale del Movimento Sociale Italiano della Garbatella. Nato nel 1928, Francesco non aveva una storia di “destra” né tantomeno neofascista: impegnato nel sindacato postale e nel sociale, passò con noi negli anni ‘60 lasciando, disgustato, la Democrazia Cristiana e la Cisl. Aderì alla Cisnal e fu uno dei famosi “sette samurai” quando il Segretario provinciale di Roma era Ennio Rosati, ex ragazzo della Rsi. Rossi divenne segretario della sezione di via Guendalina Borghese negli anni ’80, sostituendo il precedente segretario Sallusti. La sezione, che per vari motivi – non ultimi proprio i disaccordi col segretario – aveva perso tutti i militanti più giovani, doveva essere rilanciata e nel 1987 una delle prime iniziative che vide protagonista Francesco in qualità di nuovo segretario fu quella di recarsi personalmente presso la Federazione romana del Msi per pretendere che si attivasse per ricostituire il nucleo giovanile del Fronte della Gioventù. Detto, fatto: dalla gloriosa sezione “Istria e Dalmazia” di Colle Oppio un nutrito gruppo di ragazzi tornò finalmente a Garbatella e in sezione si cominciò a respirare aria nuova. Purtroppo a seguito della scissione interna al Fronte del 1993 da cui prese vita Meridiano Zero la Garbatella subì un’altra diaspora di giovani, ma Francesco non si diede per vinto. Ricordo ancora la telefonata che mi raggiunse a casa: “Si sono avvicinati alla sezione dei nuovi ragazzi… Giusè, devi tornare. Ti va di ricominciare a fare politica?”. Per alcuni mesi dunque riprese l’attività giovanile sotto forma di Circolo culturale Calanais fino a quando Andrea De Priamo, Riccardo Bruno e pochi altri dirigenti giovanili non tornarono a far funzionare il Nucleo. A fianco di Francesco non mancavano comunque anche i vecchi, a partire dal sottoscritto, come vice segretario che mi trovai a fare i conti con un direttivo di uomini di altri tempi, i cui nomi fanno ancora tremare i polsi: Vincenzo Rossi, Ennio Rosati, Mario Onesti, Marcello Sansolini, Giuseppe Zappavigna, solo per citarne alcuni, ai quali spesso si affiancava Enzo Erra con i suoi racconti sul mitico assalto alla Villetta degli anni ’50 per portare a termine il quale chiusero le vie d’accesso alla Garbatella militarmente, usando addirittura dei camion. Francesco Rossi fu anche impegnato nelle istituzioni capitoline come capogruppo del Msi in XI Circoscrizione dove formava, insieme all’architetto Roberto Marraffa, l’unico baluardo agli inciuci cattocomunisti di quegli anni e in uno dei territori più difficili di Roma. Spirito movimentista, puro e intransigente tentò un dialogo, per quanto senza successo, perfino con il centro sociale “La Strada” che aveva occupato dei magazzini della Circoscrizione. Gli successe alla segreteria Andrea De Priamo ma Francesco non abbandonò mai la sezione – nel frattempo diventata circolo di Alleanza Nazionale – di cui mantenne la carica di Presidente onorario. Non dimenticherò mai quell’uomo-sandwich che megafonava, impavido e solitario, per tutto il territorio, né l’occupazione della Circoscrizione che lo vide protagonista, né il quadro “double face” che aveva ironicamente attaccato in sezione, con Fini da una parte e Rauti dall’altra: “Giusè” – mi diceva sempre – “i segretari passano ma ciò che conta è il Movimento e la sua base”. Oggi, che purtroppo poco è rimasto di ciò che lui amava, e ricordo con nostalgia, affetto e stima, un ex democristiano, un Terziario Francescano, con il quale litigai spesso e aspramente ma che alla fine non potevi non amare.

Giuseppe Pezzotti

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