Gip nega domiciliari a 3 cingalesi: vivono a Napoli, alta densità criminale

21 Ott 2017 13:56 - di Paolo Lami

«Vivono a Napoli, città ad alta densità criminale nella quale il carattere saltuario dei controlli di polizia non sarebbe idoneo ad evitare il concreto pericolo di evasione, considerata anche l’elevata abilità degli indagati nel celare la propria reale identità». Con questa motivazione il gip di Firenze, Paola Belsito, ha negato gli arresti domiciliari a tre cingalesi residenti a Napoli e indagati per ricettazione di carte di credito e documenti di identità, lasciandoli in carcere.

I tre cingalesi, pur vivendo a Napoli, in pieno centro storico, avrebbero commesso il reato a Firenze. Di qui la competenza del giudice fiorentino Belsito. La vicenda è stata portata alla luce dal quotidiano napoletano il Mattino che racconta come la decisione del giudice ha lasciato perplesso il legale dei tre extracomunitari, l’avvocato Riccardo Ferone. «Mi sono offeso come cittadino napoletano – dice – e sono esterrefatto come operatore del diritto. Ho avuto la netta sensazione che anche il giudice napoletano delegato per rogatoria abbia provato lo stesso imbarazzo».
Il legale annuncia che farà richiesta al Riesame «perché – dice – parliamo di incensurati in cella per motivi “ambientali”».

I tre avrebbero tentato di fare acquisti per oltre mille euro in un negozio di telefonia utilizzando la carta di credito e i documenti di identità con un trucco per portarsi a casa due smartphone: fra il primo e il secondo acquisto, secondo l’accusa, avrebbero tentato di cambiare i documenti e le carte di credito. Scoperti, sono stati arrestati.

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