Giallo di Sarzana, non è stato omicidio. L’architetto si è sparato in bocca
Giallo di Sarzana ad una svolta. La morte violenta dell’architetto ritrovato agonizzante sabato sera sul greto del torrente Calcandola, a Sarzana, non è più un mistero: la verità acquisita dagli inquirenti smentisce la tesi dell’omicidio e accredita – sulla base di nuovi, importanti riscontri d’indagine – quella del suicidio. E non lenisce il dolore o lo sgomento di familiari e amici della vittima…
Giallo di Sarzana, l’architetto si sarebbe suicidato
Un dolore esploso all’improvviso ma a cui Prisca Giancarli, la moglie dell’architetto Giuseppe Stefano Di Negro, ha saputo dare una spiegazione: l’uomo – come riferito dall’edizione online del Secolo XIX – soffriva da tempo, anzi, di pi§: come sostenuto dalla moglie della vittima dalle colonne del quotidiano ligure, «stava male, non si sentiva più in condizioni di andare avanti». Una sofferenza culminata nell’epilogo tragico, e che da subito la donna ha interpretato come il gesto disperato di un uomo allo stremo: «Io sono sicura, e ve lo ripeto ancora, che lui si sia tolto la vita», ha ribadito la Gagliardi ancora in queste ore sul Secolo XIX . Parole strazianti e importanti indicazioni d’indagine che, nelle ultime ore, hanno trovato un drammatico riscontro anche nell’esito dell’autopsia eseguita dal medico legale Susanna Gamba, che confermerebbe l’ipotesi del suicidio.
Un’ipotesi confermata anche dall’esito dell’autopsia
Dunque, Di Negro non è stato massacrato da terzi a colpi di pietra, ma si sarebbe ucciso con un colpo di calibro 38, che l’architetto si sarebbe sparato in bocca con il revolver che solo poco prima era andato a cercare nella villetta dei genitori. La pallottola, poi si è conficcata nel cranio. proprio sulla pistola, però, si è aperto un giallo nel giallo con cui gli inquirenti sarebbero ancora alle prese: l’arma del delitto, infatti, è sparita dalla scena poiché, come scrive ancora il quotidiano di Genova, «rimossa dai ragazzi che hanno dato l’allarme, in realtà due mezzi balordi della zona capaci pure di rovistare nel portafogli della vittima».