Germania, nonna nazista nega l’Olocausto ma riesce a evitare il carcere

17 Ott 2017 15:57 - di Redazione

Rischia di diventare un personaggio noto anche fuori dai confini della Germania Ursula Haverbeck, 88 anni, vedova dell’ex-funzionario nazista Werner Georg Haverbeck e soprannominata “nonna nazi”. Di lei si occupa Lettera43 in un articolo in cui racconta le ultime vicissitudini giudiziarie dell’anziana signora tedesca, condannata a sei mesi di carcere per aver negato l’esistenza dell’olocausto, un reato per cui il codice penale tedesco prevede una pena detentiva fino a cinque anni.

La vicenda risale al gennaio 2016 quando Ursula Haverbeck, in un ristorante di Berlino, ha negato l’olocausto e l’esistenza delle camere a gas. “Dichiarazioni che, filmate e pubblicate online da un avventore del locale, sono alla base della sentenza contro la quale Haverbeck ha già annunciato appello”. Non si tratta del primo episodio del genere. “Nel novembre del 2016 – scrive Lettera43 – la corte della città di Verden l’ha condannata a due anni e mezzo di prigione per una serie di articoli negazionisti apparsi su un giornale locale dal titolo evocativo Voce del Reich. L’anno precedente, l’ottuagenaria signora aveva ricevuto 10 mesi di carcere per aver definito l’olocausto «la più grande menzogna della storia»”. Nonostante queste condanne, “nonna nazi” non ha fatto mai un giorno di carcere avendo sempre presentato appello contro le sentenze che l’hanno condannata per negazionismo. 

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