Filippine, Duterte sconfigge i terroristi narcos dell’Isis: mille morti

27 Ott 2017 14:46 - di Redazione

La città filippina di Marawi è stata liberata dai miliziani affiliati all‘Isis dopo cinque mesi di scontri che hanno fatto 800 morti tra i miliziani e 162 tra le forze dell’ordine. L’annuncio è arrivato direttamente dal presidente Rodrigo Duterte. I militari sono riusciti in questo periodo a liberare 1700 ostaggi, 20 dei quali tratti in salvo ieri. Intere parti della città a maggioranza musulmana situata sull’isola meridionale di Mindanao erano sotto il controllo del gruppo Maute che le avevano invase alla fine di maggio. Le violenze hanno costretto oltre 350mila residenti a fuggire dalla città e dalle aree circostanti. “Signore e Signori, proclamo in questa circostanza la città di Marawi libera da ogni influenza terroristica e l’inizio della sua riabilitazione”, ha dichiarato Duterte in un discorso pronunciato davanti ai militari nella città, stando a quanto riportato dal The Philippine Star. Secondo l’emittente Dzbb, durante la prima parte del suo intervento si sono sentiti esplodere colpi di arma da fuoco, e lo stesso generale Restituto Padilla ha confermato che gli scontri sono ancora in corso: “Continueranno fino a quando ci sono individui armati, ma i terroristi ormai non hanno più il controllo”. L’assalto delle forze di sicurezza era partito all’alba di ieri, quando i militari hanno ucciso Isnilon Hapilon, leader del gruppo terroristico Abu Sayyaf, e responsabile delle barbare uccisioni di ostaggi filippini e stranieri. Era stato un tentativo il 23 maggio scorso di arrestare Hapilon a scatenare il conflitto a Marawi, che ha fatto oltre mille morti. Il test del Dna ha poi confermato che il corpo di un uomo ucciso nel corso dei combattimenti per riconquistare la città di Marawi, è proprio quello di Isnilon Hapilon, leader islamista inserito nella lista dei “terroristi più ricercati” dagli Stati Uniti. Lo ha reso noto il ministro della Difesa filippino Delfin Lorenzana. Hapilon è stato ucciso insieme all’altro leader locale del gruppo, Omar Maute. I due, dallo scorso 23 maggio, avevano preso in ostaggio la città di Marawi, dando il via a un conflitto durato più di 100 giorni, durante i quali sono morte più di 1.100 persone e 400.000 sono state costrette a fuggire dalle loro case.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *