Elezioni, Berlusconi sdogana la parola rivoluzione. E vincerà ancora

28 Ott 2017 15:18 - di Giacomo Fabi
berlusconi

È accusato di parlare troppo e di farsi sfuggire spesso e volentieri la lingua dalla frizione. Eppure, se c’è uno che le parole non le usa a casaccio – e la storia delle campagne elettorali è lì a dimostrarlo – è proprio Silvio Berlusconi. Ne ha sempre trovata una per ogni sfida. Vincendo sempre: coi numeri per ben tre volte, nel 1994, nel 2001 e nel 2008; moralmente nel 1996, nel 2006 e nel 2013. A dispetto della facile ironia con cui i suoi messaggi venivano accolti. Vedremo se lo stesso accadrà ora con la parolina magica che si accinge a lanciare nella prossima tenzone elettorale, di cui quella siciliana, fissata per il prossimo 5 novembre, costituisce una sorta di prove generale: rivoluzione.

Berlusconi si è rivolto ai siciliani da Fb

Strano, ma vero. Il leader dei moderati invoca la «rivoluzione». Lo ha fatto in un messaggio postato sul proprio profilo Facebook dedicato proprio alla Sicilia, la regione del famoso «61 a 0», il clamoroso cappotto che nel 2001 annichilì le residue speranze di rivincita della sinistra dell’Isola. Una rivoluzione che Berlusconi vede «pacifica ma profonda», in grado di cambiare «alla radice il funzionamento dello Stato» in tutte le sue articolazioni.  «Io vi prometto – ha annunciato rivolgendosi ai siciliani – di realizzare questa rivoluzione. Posso prometterlo perché dalla nostra abbiamo la capacità, l’esperienza, la serietà, le persone e i programmi per farlo davvero».

«Non date retta ai grillini. Sono incapaci»

Le parole del leader di Forza Italia sono finalizzate soprattutto a superare quel misto di scetticismo e rassegnazione che da tempo pervade settori sempre più cospicui della società meridionale. «Le scelte che avete davanti sono semplici – ha detto Berlusconi -: il non voto, il voto di protesta, o quello di cambiamento». L’ex-premier si candida ad incarnare quest’ultimo immedesimandosi nel sentimento dei tanti arrabbiati, delusi, rassegnati o potenziali astenuti. «Li capisco, sono arrabbiato anche io», ha scandito il Cavaliere, che però ha avvertito: «A chi vuole dare il voto ai grillini dico non fatevi ingannare da chi non ha esperienza né capacità, come provato da Roma e Torino, le città in cui hanno responsabilità di governo».

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