Digitale terrestre, tra un po’ dovremo buttare via i nostri televisori. Ecco perché
Tra un po’ ci toccherà buttare i nostri televisovori. È infatti nella legge di Bilancio lo switch off al DVB-T2, una sinistra e misteriosa sigla che identifica il nuovo sistema per le trasmissioni in digitale terrestre. C’è anche una data, quella del 30 giugno 2022, per la transizione alla nuova modalità che dovrebbe rendere obsoleti quasi tutti gli apparecchi televisivi.
Nell’articolo 89 della norma che prevede la transizione alla tecnologia 5G e quindi la cessione della banda 700 agli operatori di telefonia è infatti previsto che l’Agcom approvi entro maggio del prossimo anno un nuovo piano di assegnazione delle frequenze che avverrà zona per zona, gradatamente. I diritti d’uso delle frequenze attribuiti agli operatori sono convertiti, secondo la norma, «in diritti d’uso di capacità trasmissiva in multiplex nazionali di nuova realizzazione in tecnologia DVB-T2», il digitale terrestre di seconda generazione, una tecnologia considerata “salvaspazio”. Il piano prevede anche la riforma completa della numerazione unica, il cosiddetto LCN che è tutt’ora oggetto di contenzioso, che indica la posizione nel telecomando delle varie reti.
Insomma, tutte cose astruse per i comuni mortali. Ma la morale della favola è sempre la stessa: complicano la nostra vita per favorire il business dei grandi colossi della comunicazione e della telefonia.