Caro Salvini, perché parlare con Renzi è inciucio e sognare Di Maio no?

31 Ott 2017 12:57 - di Niccolo Silvestri

Questa però Matteo Salvini la deve spiegare. Deve farci capire come mai se è Berlusconi a non escludere un’alleanza con Renzi in caso di pareggio elettorale si grida all’inciucio, mentre se è lui a concupire Di Maio è un esercizio di democrazia. La prima è una fornicazione incestuosa e clandestina, la seconda un’unione civile da trascrivere sugli appositi registri. Ci eravamo illusi che il doppiopesismo fosse un arnese esclusivo della sinistra, uno di quelli di cui i compagni si servono spesso per accusare gli altri delle stesse fetenzie che fanno loro pur continuando nel frattempo ad autoproclamarsi «la parte migliore del Paese». Evidentemente, dobbiamo ricrederci: l’attrezzo è in uso anche a Salvini, sebbene si veda lontano un miglio che gli manca la destrezza dei “sinistri”. Si è improvvisato doppiopesista per comprensibilissime ragioni di bottega elettorale. E ci sta. Gli andrebbe tuttavia spiegato che non c’alcun automatismo tra sparare cazzate e diventare più figo e più leader e che non sempre un titolo di giornale fa crescere in credibilità. Anzi, l’improvvida sortita del leader appare la spia di una difficoltà e anche di una certa ambiguità. Salvini è reduce da una decisione non facile – la soppressione della parola “Nord” dal logo della Lega – che ha adottato in vista della competizione con Berlusconi per la guida del centrodestra. Strada facendo si è però reso conto di essere sprovvisto di un “piano b” ben presente, invece, nella dotazione del Cavaliere, l’inciucio con Renzi, appunto. Da qui la rivelazione di Di Maio come sogno nel cassetto in caso di impasse elettorale, ma con la Lega non più Nord svettante all’interno del centrodestra. Al momento, i sondaggi sulle intenzioni di voto non hanno ancora reso noto il saldo di questa ardita acrobazia. Vedremo. Di solito, però, l’alleanza tra chi predica purezza e chi sceglie l’isolamento politico come destino risulta più sterile di un mulo. E, si sa, in guerra i muli sono stati spesso più utili di un intero reggimento. Mai, però, hanno fatto vincere una carica all’arma bianca.

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