Caldo estivo, le zanzare abbondano e i rischi di Chikungunya aumentano

14 Ott 2017 18:38 - di Robert Perdicchi

Zanzare e insetti in casa, piante che tornano a fiorire, prati punteggiati dalle margherite. Il “ritorno di primavera”, se non di estate, che sta caratterizzando questi primi giorni di ottobre rischia di pesare sugli italiani più sensibili agli effetti del clima ma anche sulla sicurezza, visto che il contagio da chikungunya è sempre in agguato, in molte zone d’Italia, non solo nel Lazio, dove ormai i casi accertati di questa malattia virale, caratterizzata da febbre e forti dolori, oltre che da rash cutaneo, che viene trasmessa all’uomo da zanzare infette, hanno ormai superato quota 200.

Caldo anomalo, quali conseguenze

“Per i meteoropatici gli sbalzi della temperatura che si registrano fra giorno e notte, e soprattutto quelli di pressione atmosferica, rischiano di tradursi in irritabilità, fatica a prendere sonno, difficoltà di concentrazione e umore sulle montagne russe. Ci sono poi le infezioni respiratorie, che dilagano perché i microrganismi apprezzano molto gli sbalzi termici”. Parola del virologo di Milano Fabrizio Pregliasco, che ha già stimato in circa 100mila i connazionali messi a letto in una settimana da virus simil-influenzali.

Il problema “è che di giorno si sfiorano temperature estive, mentre la sera la colonnina di mercurio cala, e sono proprio questi sbalzi ad aprire la porta ai virus”, dice Pregliasco. Una sorta di ‘ottobrata romana estrema’, che sta confondendo anche le piante: nei prati rispuntano le margherite, e le zanzare ancora non cessano di infastidire con le loro punture.

Un fenomeno, quello del caldo anomalo in ottobre, sempre più frequente negli anni, “che preoccupa perché al caldo è abbinata la mancanza di precipitazioni. Sembra che la situazione si protrarrà fino a fine mese – aggiunge Giampiero Maracchi, professore emerito di Climatologia Università di Firenze, presidente Accademia dei Georgofili – mentre per novembre ci aspettiamo delle alluvioni”. A conti fatti, ci sono tutti gli indizi per pensare che “l’estate del 2018 sarà come quella appena passata, caratterizzata dalla siccità”, conclude Maracchi.

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