Battisti, domani si decide: si profila un’altra beffa. E lui piange per le sue figlie…

23 Ott 2017 14:00 - di Monica Pucci
cesare battisti

Sono le ultime ore prima del giudizio della Corte Suprema sull’estradizione di Cesare Battisti, il terrorista comunista copevole di aver ucciso quattro persone ma da anni rifugiato, e protetto dalla sinistra internazionale, in Brasile. “La tensione è alta”, ammette lo stesso Cesare Battisti in un’intervista all’agenzia francese Afp. Il giudice relatore del caso, Luiz Fux, ha concesso all’italiano un habeas corpus preventivo lo scorso 13 ottobre, impedendo difatti una sua possibile estradizione dal Brasile all’Italia. La misura è valida però fino al dibattito di domani della Corte sull’istituto giuridico che tutela le libertà individuali, invocato dai legali di Battisti dopo l’arresto dell’ex terrorista a Corumba, mentre provava a scappare. Il governo brasiliano sembra confermate la sua linea favorevole all’estradizione, ma il rischio di una nuova beffa per l’Italia è dietro l’angolo.

Battisti, intanto, rilascia interviste e fa la vittima, chiamando in causa il “dolore dei figli”. «Per i crimini per cui sono stato condannato debbono mostrare ancora le prove. La sola cosa che mi dà un pò fastidio è il dolore causato alla mia famiglia, alle mie figlie», quelle nate durante la sua latitanza in Francia grazie alla “dottrina Mitterand” che garantiva l’asilo ai terroristi. La sua linea è sempre la stessa: lui è un rivoluzionario peseguitato mentre combatte. «La lotta per migliorare le condizioni di lavoro della gente, dei poveri, di chi non ha accesso al benessere mondiale, deve essere combattuta». Parole in libertà, come gli anni vergognosamente vissuti nella latitanza dorata.

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