Abusò di una bimba disabile di 9 anni, vicina di casa: condannato (solo) a 7 anni

24 Ott 2017 14:08 - di Redazione

Condannato solo a 7 anni di carcere: eppure le ferite fisiche e psicologiche inflitte dall’orco alla sua vittima, di appena 9 anni, resteranno indelebili a vita. Una vita, quella della ragazzina abusata da un insegnante 63enne, suo vicino di casa, segnata per sempre dall’orrore di quanto subito

Abusi su una bimba di 9 anni: vicino condannato a 7 anni

Il gup di Milano Natalia Imarisio ha condannato un docente di 63 anni a 7 anni di carcere per aver abusato di una bambina di 9 anni, sua vicina di casa. L’uomo è stato anche ovviamente interdetto dall’insegnamento e da attività dove sono possibili contatti con minori. Secondo quanto ricostruito dall’indagine dei carabinieri, il 63enne avrebbe abusato della piccola in più occasioni, approfittando dell’età della vittima e del deficit cognitivo della bambina. Un reato odioso, quello della abuso sui minori, che aumenta il suo potenziale di orrore e inaccettabilità se perpetrato, oltre che su un essere incapace di reagire per l’età, indifeso anche perché afflitto da un disturbo. E così la piccola, affetta da un deficit cognitivo, si è rivolta a due insegnanti di sostegno alle quali ha trovato il coraggio di raccontare i diversi abusi che avvenivano nell’appartamento dei vicini di casa.

L’orco ha infierito anche su un altro bimbo di 5 anni

L’uomo, arrestato lo scorso maggio, avrebbe approfittato dell’assenza della moglie per compiere le violenze. Il 63enne avrebbe anche costretto un altro bimbo di 5 anni, amico di suo figlio, ad assistere a un atto di autoerotismo. La compagna dell’uomo, ignara degli abusi, ha spiegato che «oltre alla vittima, altri sette minori sono soliti frequentare l’abitazione al fine di ottenere ripetizioni scolastiche, perché l’uomo è un insegnante». L’inchiesta della scorsa primavera, coordinata dal pm Luca Gaglio, ha permesso di raccogliere, attraverso intercettazioni e immagini, elementi utili per portare all’arresto del 63enne. Contro di lui anche il racconto dettagliato della vittima, le cui patologie cognitive «non paiono affatto intaccare – spiegano gli inquirenti – la sua capacità di percepire e rappresentare i fatto». Speriamo la piccolal trovi anche la forza di reagire e di dimenticare.

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