Vaccinazioni, nelle scuole è caos: tra scadenze e rinvii, ecco come regolarsi
Quella sui vaccini obbligatori è diventata legge, a dispetto di un dibattito tra non vax e resto del mondo, che non accenna neppure minimamente ad attenuare la portata polemica di argomentazioni e prese di posizione. Ma il problema, a questo punto, è diventato decisamente un altro, e tutt’altro che teorico o socio-demografico, e pone un interrogativo a cui sembra che nessuno voglia dare risposta: a scuola, chi deve controllare chi è vaccinato e chi no?
Vaccinazioni, nelle scuole è caos: i presidi non vogliono fare gli sceriffi
I presidi sventolano ai quattro venti la precisa volontà di non voler indossare stelletta e speroni da sceriffo autoritario; i genitori contrari alle vaccinazioni obbligatorie per i propri figli prescindono da calendari e moniti e si rifugiano in escamotage vari che, nel frattempo, portano ad emendare provvedimenti e norme, inducendo a proroghe e deroghe sulle scadenze fissate da tempo. Intanto, però, i ragazzini sono in aula, con o senza libretto sanitario aggiornato. E allora? Allora come esaustivamente riportato ancora ieri da La Stampa, e ripreso dal sito dell’Agi, «Stiamo applicando la legge sui vaccini ma ci sentiamo presi tra l’incudine del principio etico dell’accoglienza e del diritto allo studio e il martello della tutela della salute», ha spiegato Ezio Delfino, presidente della sigla Dirigenti Scuole Autonome e Libere.
… E provano a scaricare sulle Asl compiti e controlli
Insomma, come ormai ampiamente designato dalla situazione di fatto, i dirigenti scolastici preferiscono delegare al ruolo di controllori e censori alle Asl, se non altro per evitare capannelli e discussione agli ingressi degli istituti che, in questi primi giorni di riaperture delle scuole, sono stati presidiati e affollati da gruppi di genitori totalmente in tilt; già, perché anche questo è un problema scaturito da altre difficoltà legate alla divulgazione e applicazione della nuova disciplina in materia di vaccinazioni: i genitori – e in questo caso non c’entra nulla la bipartizione vax-no vax – non sanno ancora bene come muoversi e orientarsi su modalità e tempi delle vaccinazioni, e questo soprattutto a causa di tempi strettissimi intercorsi tra l’approvazione della legge, arrivata solo a fine luglio – con tutto il marasma di voci e conferme, smentite e nuovi ordini arrivati a stretto giro dal sì del provvedimento in Aula che ne è conseguito – e la divulgazione della circolare con la quale il ministero dell’Istruzione ha fornito gli istituti delle necessarie istruzioni per l’uso della norma. E così, le indicazioni in merito all’obbligo di vaccinazione sono arrivate a destinazione appena la metà d’agosto, a un mese dalla riapertura delle scuole, e con le famiglie ancora al mare e tutti gli uffici chiusi per ferie.
Scadenze e rinvii: ecco come regolarsi
A questo punto, tra call center e numeri verdi, file alle Asl e passaparola, le uniche certezze sono che, come scrive l’Agi «la scadenza per la presentazione del certificato per chi ha i figli alla materna e all’asilo era il 10 settembre. Tuttavia gli istituti hanno dieci giorni prima di trasmettere le liste dei non vaccinati alle Asl, e li stanno usando appunto per lasciare che le famiglie si mettano in regola e per attuare delle strategie last-minute di sensibilizzazione»; mentre per tutti gli altri livelli d’istruzione la deadline è fissata per il 31 ottobre, quando basterà un’autocertificazione per garantire la vaccinazione dei bambini o, in seconda istanza, la conferma di aver preso appuntamento con le Asl per procedere all’immunizzazione obbligatoria. Da quel momento per i genitori dei bambini non ancora vaccinati ci sarà tempo fino al 10 marzo per mettersi in regola e non incorrere nel rischio delle sanzioni che prevedono per gli insolventi multe dai 100 ai 500 euro. Ma prima di arrivare a questo il tempo per fissare un appuntamento, autocertificare di averlo fatto e vaccinarsi, il tempo c’è: e in questo caso non è strettissimo.