“Tra Brunetta e Vito nessuna tensione”. Forza Italia smentisce liti interne

26 Set 2017 19:36 - di Redazione

«Leggiamo su alcune agenzie di stampa ricostruzioni fantasiose e assai parziali in merito alla riunione del gruppo Forza Italia della Camera dei deputati che si è svolta oggi pomeriggio sulla legge elettorale. Nessuna tensione tra i deputati azzurri, ma solo un sereno e costruttivo confronto sullo scenario politico nazionale, sulle alleanze all’interno del centrodestra e sui meccanismi dei sistemi di voto attualmente in campo: Consultellum e Rosatellum bis». È quanto si legge in una nota dell’ufficio stampa del gruppo Forza Italia della Camera dei deputati.

Forza Italia: “Alla riunione un confronto franco e serio”

«Dopo le relazioni introduttive del presidente Renato Brunetta e dei parlamentari Roberto Occhiuto e Francesco Paolo Sisto -prosegue la nota- hanno preso la parola Elio Vito, Michaela Biancofiore e Nunzia De Girolamo. Tutti interventi condivisibili, che hanno analizzato con lucidità lo scenario attuale e che hanno offerto spunti di riflessione al gruppo in merito ai prossimi delicati passaggi politico-parlamentari». «Nessuna tensione, dunque, nessun attacco nei confronti di alcuno, ma un confronto franco e serio. Chi scrive o chi racconta versioni in contrasto con la realtà evidentemente ha qualche inconfessabile secondo fine. Ce ne faremo una ragione», conclude la nota.

Il precedente della raccolta firme contro Brunetta

Secondo alcune indiscrezioni, rilanciate dall’Adnkronos, Elio Vito si sarebbe lamentato di una gestione troppo personalistica del gruppo, accusando Brunetta di aver contribuito, con la scusa dei tempi stretti, all’affossamento del Tedeschellum nel giugno scorso. Qualcuno dei presenti, avevano riferito le agenzie, avrebbe rivisto nel botta e risposta vecchi rancori mai sopiti, ricordando la fronda contro Brunetta con tanto di raccolta firme (poi stoppata dall’intervento di Silvio Berlusconi) nel dicembre 2015, mentre in Aula a Montecitorio erano in corso le votazioni per la nomina dei giudici della Consulta. Ma arriva la nota ufficiale a smentire il dissidio. 

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