Testate nucleari puntate contro di noi: la strategia “rivelata” dai Paesi Arabi
La minaccia è dietro l’angolo. C’è la possibilità che in un futuro non troppo lontano, l’Europa, e quindi in primis l’Italia, si trovi a fronteggiare, dall’altra parte del Mediterraneo, Paesi (musulmani) con testate nucleari puntate (anche) contro di noi. Il motore di questa “corsa all’atomica” è, secondo quanto riporta Il Fatto Quotidiano, rintracciabile nell’Iran e nell’eterna sfida tra sciiti e sunniti. E nelle apprensioni arabe per il costosissimo programma nucleare lanciato da Teheran col benestare di Barack Obama.
Testate nucleari acquistate dal Pakistan
Dal punto di vista tecnico, (dai sei mesi all’anno), è teoricamente possibile ricavare un ordigno nucleare dalla tecnologia impegnata in una centrale atomica. E i Paesi arabi (sauditi in testa) sono arcisicuri che l’investimento iraniano nel nucleare sia finalizzato a far entrare il Paese, prima o poi, nel ristretto club mondiale di chi ha la bomba con la “B” maiuscola. E che come tali possono vantare un tacito potere di intimidazione. Ecco, allora, che secondo una notizia non smentita da Ryad, i sauditi avrebbero acquistato dal Pakistan ordigni atomici già pronti dal Pakistan. Altri Paesi, viceversa, hanno deciso di intraprendere lo stesso percorso persiano: Egitto e Algeria, lo scorso anno, hanno avviato programmi per centrali nucleari con tecnologia e reattori acquistati dalla Russia. Per quanto legittimi, questi programmi nucleari schiudono l’accesso al nucleare militare a regimi altamente instabili, sulla cui tenuta nel medio-lungo periodo nessuno può scommettere. Di conseguenza, in un futuro non troppo lontano potremmo scoprirci dirimpettai di una spirante Kim o di un Assad decisi a far valere il potere di ricatto offertogli dal possesso della bomba.