Stupro di Rimini, il disumano Butungu era in Italia per motivi umanitari
Guerlin Butungu, il capo branco non pentito degli stupratori di Rimini, era in Italia grazie ad un permesso di soggiorno per motivi umanitari che scade nel 2018. Ed era anche un richiedente asilo. Basterebbe questa circostanza a consigliare prudenza alle tante Boldrini di casa nostra che predicano porte aperte a tutti e accoglienza senza limiti. Come si vede, la realtà è invece molto più complicata e ci dice che i controlli sono necessari, che vanno intensificati e vanno estesi anche all’indotto affaristico sorto e sviluppatosi in Italia in nome dell’emergenza profughi. Ma non è questa la sede per analizzarne i dettagli né per fare di ogni erba un fascio.
Il permesso di soggiorno di Butungu scade nel 2018
Tuttavia, non v’è alcun dubbio che se Butungu non può e non deve essere elevato a simbolo di tutti i richiedenti asilo e di quanti stazionano in Italia grazie ad un permesso di soggiorno per motivi umanitari, è altrettanto vero che egli è senz’altro assurto a paradigma dei possibili esiti cui fatalmente conducono politiche sbracate e lassiste in tema di immigrazione. Butungu non aveva un lavoro vero, inteso come fonte di reddito. Risultava, infatti, volontario all’interno di una cooperativa pesarese e, a detta degli inquirenti, poteva contare all’occorrenza su una vasta rete di conoscenze. Campava, insomma, alla giornata.
Certificazioni facili e assenza di controlli
Eppure, se solo avesse voluto, nella sua qualità di rifugiato per motivi umanitari, Butungu avrebbe potuto richiedere l’accesso ai centri di accoglienza del Comune e alle misure di assistenza sociale previsti per le persone titolari di protezione internazionale. Così come avrebbe potuto richiedere all’accesso alla formazione e conseguentemente cimentarsi nel lavoro. Sono solo alcune delle tante opportunità scritte nelle carte e nelle leggi, ma destinate a restare lettera morta se non ci si cura di “chi fa cosa” e di chi controlla il tutto. Infatti, Butungu ha preferito fosse più divertente aggredire uomini, violentare donne e prostitute piuttosto che rendersi utile alla società in segno di gratitudine al Paese che lo ha accolto e ospitato. Forse, aggiungiamo noi, anche cullandosi nell’illusione di poterla fare sempre franca nell’Italietta dell’umanitarismo posticcio e dei permessi facili.