Si uccide 50enne della Penitenziaria: lavorava al Pagliarelli di Palermo
Un assistente capo del Corpo di Polizia Penitenziaria di circa 50 anni, originario di Termini Imerese e in servizio nel Nucleo Traduzioni e Piantonamenti del carcere di Palermo Pagliarelli, si è tolto la vita ieri, sparandosi con la pistola d’ordinanza. A darne notizia è il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe. ”L’uomo oggi ha prestato servizio e poi è tornato a casa, dove si è tolto la vita. Siamo di fronte ad una tragedia immane. Sembra davvero non avere fine il mal di vivere che caratterizza gli appartenenti al Corpo di Polizia Penitenziaria, uno dei quattro Corpi di Polizia dello Stato italiano. Ed è grave che in Sicilia, in tanti anni, nulla è stato fatto per prevenire il disagio lavorativo dei poliziotti penitenziari. Lo scorso mese di aprile, a Marsala, un altro poliziotto penitenziario si tolse la vita ma quella tragedia non ha insegnato nulla”. Lo dichiara Donato Capece, segretario generale del Sappe. “Viene infatti da chiedersi -prosegue- se il Provveditorato Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria abbia mai verificato se le Direzioni penitenziarie siciliane hanno stipulato accordi o convenzioni finalizzate a prevenire e contrastare gli eventuali disagi, anche di natura psicologica, dei poliziotti penitenziari in servizio nella Regione”. Capece non entra nel merito delle cause che hanno portato l’uomo a togliersi la vita, ma sottolinea come sia importante ”evitare strumentalizzazioni. Fondamentale e necessario è comprendere e accertare quanto hanno eventualmente inciso l’attività lavorativa e le difficili condizioni lavorative nel tragico gesto estremo posto in essere dal poliziotto”. “Non può essere sottaciuto -prosegue- ma deve anzi seriamente riflettere la constatazione che negli ultimi 3 anni si sono suicidati più di 40 poliziotti e dal 2000 ad oggi sono stati complessivamente più di 100, ai quali sono da aggiungere anche i suicidi di un direttore di istituto e di un dirigente generale. Non sappiamo se era percepibile o meno il disagio che viveva il collega. Quel che è certo è che sui temi del benessere lavorativo dei poliziotti penitenziari l’Amministrazione Penitenziaria è in colpevole ritardo, senza alcuna iniziativa concreta”. ”Servono soluzioni concrete per il contrasto del disagio lavorativo del Personale di Polizia Penitenziaria. Come anche hanno evidenziato autorevoli esperti del settore -conclude Capece- è necessario strutturare un’apposita direzione medica della Polizia Penitenziaria, composta da medici e da psicologi impegnati a tutelare e promuovere la salute di tutti i dipendenti dell’Amministrazione Penitenziaria”. L’Ugl Polizia Penitenziaria ha proclamato lo sciopero in Sicilia. ”Sempre e solo dolore – dichiara Maurizio Mezzatesta dell’Ugl Polizia Penitenziaria – purtroppo, assistiamo ancora una volta all’ennesimo suicidio di un collega, sono amareggiato, conoscevo il collega, serio, umile e professionale un gran padre di famiglia, un muro di gomma si oppone alle nostre continue denunce a tutela della sicurezza del nostro delicatissimo comparto”. Sulla vicenda interviene, si apprende da una nota, anche la Segreteria Regionale in Sicilia dell’Ugl Polizia Penitenziaria, proclamando una manifestazione con sit-in e sciopero della fame dinanzi all’istituto Ucciardone dal 18 settembre al 24 settembre, “allo scopo di segnalare all’opinione pubblica le pessime condizioni lavorative, quindi le condizioni precarie e la mancanza di sicurezza in cui versa il personale di Polizia Penitenziaria operante nell’isola”.