Ridicolo e presuntuoso piano Onu per la Libia: è solo fumo negli occhi
L’inviato Onu per la Libia, Ghassan Salamé, ha presentato un nuovo “piano d’azione” per il Paese nordafricano, nel caos dalla fine nel 2011 dell’era di Muammar Gheddafi. Il piano, presentato durante una riunione a margine dell’Assemblea Generale dell’Onu a New York, prevede una prima fase per la definizione dei necessari emendamenti all’Accordo politico libico, firmato a Skhirat (in Marocco) nel dicembre 2015, ma mai approvato dalla Camera dei Rappresentanti, il Parlamento di Tobruk. Con questo obiettivo, il piano – di cui dà notizia la Missione Onu Unsmil – prevede la convocazione per la prossima settimana di una commissione incaricata di definire una bozza degli emendamenti. La seconda fase prevede la convocazione di una “conferenza nazionale” che, sotto gli auspici del segretario generale dell’Onu, riunisca le varie parti libiche. Nelle intenzioni, dopo la “conferenza nazionale”, la Camera dei Rappresentanti e la cosiddetta Constitutional Drafting Assembly, la commissione per la stesura della Costituzione, dovranno lavorare insieme per arrivare a una base legislativa che porti a un referendum costituzionale e a elezioni parlamenti e presidenziali. L’ultima fase prevede il referendum sulla bozza di Costituzione, per poi procedere con le elezioni presidenziali e parlamentari. “Entro un anno, a partire da ora, dobbiamo arrivare alle fasi finali del processo”, ha detto Salamé. In un Paese dove ci sono due premier e due capitali, figuriamoci se si può scrivere una Costituzione e soprattutto andare a votare.