Renzi senza ritegno: «Per 6 mesi girerò con la foto del Papa nel cuore»
Matteo Renzi cerca, senza ritegno, di racimolare qualche voto cattolico in più per il suo Pd sempre più in crisi. «In questi sei mesi porterò nel cuore una immagine di Papa Francesco che, un giorno di giugno, visitò prima la tomba di Don Primo Mazzolari e poi la tomba di Don Milani». Renzi si rivolge in particolare ai cattoprogressisti. Questo annuncio avviene infatti nel corso del suo intervento alla giornata di studi dei cattolici democratici organizzata dal Centro studi Aldo Moro al Palazzo del popolo di Orvieto. «A che serve avere il pareggio in bilancio – aggiunge, ispirato, Renzi – se non è in pareggio la vita, diceva Giorgio La Pira. Questa frase del passato ha un senso se la proietti nel futuro e non se la lasci in un museo dei ricordi. Saranno sei mesi interessanti, di discussione politica, di tensione e fatica. Sei mesi in cui ci giochiamo il futuro dei prossimi anni». Pensa così, Renzi, di far dimenticare il fallimento della politica economica del suo governo. Ma i conti in rosso lo inchiodano. E lo inchioda anche la legge sulle unioni civili, che ha amaraggiato non poco i cattolici italiani. Il “pareggio di bilancio” non conta? Lo vada a raccontare ai risparmiatori defraudati di Banca Etruria, i cui bilanci familiari sono andati in crisi per la spregiudicatezza e la incapacità dei vertici bancari. Ci vogliono ben altro che alate citazioni per far dimenticare i disastri combinati dagli amici del Giglio magico.