Raggiunto ad Astana l’accordo sulla SIria. Ma Damasco non vuole i turchi
Iran, Turchia e Russia, i tre Paesi garanti del cessate il fuoco in Siria, hanno raggiunto un accordo sui confini della zona di de-escalation a Idlib, provincia nell’ovest del Paese arabo roccaforte dei terroristi jihadisti. Lo ha riferito una fonte di una delle delegazioni presenti ad Astana, in Kazakistan, dove si svolge il sesto round dei colloqui intra-siriani. Secondo la fonte, citata dall’agenzia di stampa Sputnik, l’accordo prevede, inoltre, che forze russe e iraniane monitorino le aree controllate dal regime nella zona di de-escalation a Idlib, mentre la Turchia farà altrettanto in quelle dell’opposizione. Le altre zone di de-escalation già stabilite in Siria sono quella del sud, al confine con la Giordania, della Ghouta orientale e della zona nord di Homs. L’accordo è valido sei mesi e potrà essere rinnovato. Ai colloqui di Astana partecipano anche l’inviato speciale dell’Onu per la Siria, Staffan de Mistura, e rappresentanti di Usa e Giordania in qualità di osservatori. Il ministero degli Esteri kazako ha reso noto che per la prima volta anche il Qatar sta partecipando come osservatore. Ma il legittimo governo siriano non accetterà una presenza turca in Siria. Lo ha detto il ministero degli Esteri siriano riferendosi all’annunciato invio di osservatori turchi nelle zone di de-escalation nella provincia di Idlib nel nordovest della Siria. Lo riporta l’agenzia di stampa Sana. Il capo della delegazione russa nei colloqui di pace che si sono tenuti in Kazakhstan, Alexander Lavrentyev, ha parlato del possibile invio in Siria di 500 osservatori ciascuna da parte di Russia, Iran e Turchia. Il ministero di Damasco sottolinea come l’accordo non legittima una presenza turca in territorio siriano. ”Non ci sono concessioni all’unità e all’indipendenza del territorio siriano e non smetteremo mai di combattere il terrorismo”, ha aggiunto il ministero.