Pavia, in fiamme una fabbrica di smaltimento dei rifiuti. Sos diossina
Incendio nel pavese, Sos diossina. «Sta bruciando di tutto, probabilmente anche gomma e plastica. C’è il rischio che si sviluppi diossina», con queste parole il prefetto di Pavia Attilio Visconti ha confermato l’allarme per l’incendio che è divampato all’alba nello stabilimento Eredi Berté, nella zona industriale di Mortara, che si occupa di recupero di rifiuti speciali. Una colonna di fumo nero è visibile da decine di chilometri di distanza e ha stazionato per ora sulla città. Secondo Ats e Arpa Lombardia, il rogo riguarderebbe soltanto carta e cartoni e non rifiuti di plastica, ma al momento la situazione è ancora confusa: occorreranno molte ore per domare l’incendio e poter effettuare rilevazioni più precise che possano escludere la presenza di diossina. Montagne di scarti di ogni tipo, alte almeno dieci metri sono in fiamme. Le squadre di vigili del fuoco impegnate sul posto sono salite a otto: una, arrivata da Vercelli, si è aggiunta a quelle di Pavia, Vigevano, Milano e dei quattro distaccamenti volontari lomellini. Le operazioni di spegnimento procedono a rilento perché i pompieri hanno problemi di approvvigionamento idrico e si sta valutando l’ipotesi di utiizzo di un elicottero: sul posto gli idranti sono pochissimi e la pressione nelle tubazioni è bassa. Le autobotti stanno facendo la spola con quattro punti diversi di Mortara e con alcuni paesi limitrofi per fare rifornimento.
Pericolo diossina, ma niente allarmismi
I sindaci di Mortara, di tutti i comuni confinanti e anche di Vigevano, in queste ore stanno emettendo ordinanze per invitare la popolazione, a scopo precauzionale, a restare per quanto possibile in casa, a tenere le finestre chiuse e a non raccogliere e consumare i prodotti dell’orto, almeno per il momento e in attesa di conoscere i risultati delle analisi eseguite dall’Arpa. «Al momento – ha detto il prefetto alla stampa – l’incendio è sotto controllo, ma per domarlo ci vorranno molte ore. Al momento la colonna nera, spinta dal vento, si sta dirigendo verso nord-est, cioé in direzione di Novara e Vigevano». Proprio per la giornata di oggi era stata programmata da tempo la visita ispettiva semestrale dell’Arpa. L’azienda dove è divampato l’enorme incendio si occupa di ritiro e smaltimento di rifiuti speciali non pericolosi e, in piccola misura, anche pericolosi.
Seveso può aiutare
Nel corso delle ore è aumentata la psicosi da diossina che in caso di esposizione massiccia può provocare lesioni alla pelle fino ad arrivare al rischio cancro. «In questo momento mi sembra fondamentale evitare ogni allarmismo. La prima cosa da fare, al più presto, è procedere a campionamenti e misurazioni. Molti istituti sono attrezzati per farlo, compreso il nostro. Ci mettiamo a disposizione», così Silvio Garattini, direttore dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri di Milano, dopo l’allerta lanciata dal prefetto di Pavia. «I pericoli dell’esposizione alla diossina, se emessa in grandi quantità, sono a breve scadenza erosioni cutanee tipo acne (si ricordino le lesioni di Seveso) – spiega il farmacologo – e a lungo termine una possibile cancerogenicità della sostanza. Però il mio invito è quello di effettuare delle analisi molto rapidamente, per capire se la diossina c’è e, se sì, in che quantità. La diossina si può sviluppare se nei prodotti che bruciano ci sono ioni cloro. Bisogna quindi comprendere al più presto la natura delle sostanze in fiamme e dei composti sprigionati. Se poi si dovesse verificare la presenza di diossina in quantità pericolose, l’unico modo è evitare l’esposizione. L’esperienza di Seveso può aiutare».