Nicola Porro: «Mia figlia di 7 anni costretta coprirsi per non turbare gli islamici»

4 Set 2017 10:39 - di Redazione
Nicola Porro

«Soltanto chi ama l’America e quel grande spirito di libertà che i suoi padri fondatori ci hanno regalato si può davvero dolere della follia culturale dominante in cui si sta immergendo». Esordisce così in un articolo dedicato agli Stati Uniti, su Il Giornale, Nicola Porro. Parla di «un piccolo episodio che dovrebbe fare riflettere. E mi scuso per il caso personale». Si parla di sua figlia, che non ha neppure sette anni, ed «è stata obbligata ad indossare un bikini perché, nonostante la giovane età, la sua nudità superiore avrebbe potuto turbare il pudore collettivo». La cosa non sarebbe cambiata, scrive ancora Porro, «se di anni ne avesse avuto quattro o cinque. Si assiste così, nei bagni americani, a quella ridicola circostanza di imbattersi in migliaia di piccole barbie, oscene e volgari approssimazioni di adolescenti che non sono. Si sarebbe potuta derubricare come una patetica concessione al puritanesimo a stelle e strisce. Quello che non ti impedisce di bere alcolici in luoghi pubblici, a patto che siano nascosti da un cartoncino senza logo». 

Nicola Porro contro l’omaggio all’islam

Porro sottolinea: «In quel medesimo parco c’erano centinaia di donne completamente fasciate da opprimenti burkini», «in omaggio a una religione che la laica America non si permette di censurare», ovvero l’islam. L’attacco è durissimo: «Con quale arroganza vi permettete di censurare una mia tradizione (le bambine non indossano il pezzo di sopra del costume) ben ancorata nella cultura occidentale, mentre siete così rispettosi di una tradizione religiosa ben più lontana da voi? Forse dovremmo inventarci una religione che come precetto abbia il bikini libero per le bimbe, dovremmo avere qualche fanatico che cerchi di imporlo a tutti, con tutti i mezzi a disposizione?». Nicola Porro punta il dito contro le élite culturali che «sembrano imbambolate, incapaci di produrre un’idea che sia una, tutte impegnate, come sono, a fare dimenticare la propria storia e le proprie tradizioni».

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