Malaria, il parassita che ha ucciso Sofia è lo stesso delle bimbe africane

6 Set 2017 17:34 - di Robert Perdicchi

Ora è ufficiale: “Il parassita che ha causato la malaria che ha ucciso Sofia, la bimba di 4 anni morta a Brescia è dello stesso tipo che aveva fatto ammalare le due bambine rientrate dal Burkina Faso che erano ricoverate da noi in pediatria negli stessi giorni. Si tratta di Plasmodium falciparum, lo sappiamo già da qualche giorno”, ha spiegato Paolo Bordon, direttore generale dell’Azienda per i servizi sanitari della Provincia di Trento. Stesso parassita ma trasmesso come? L’ipotesi della zanzara trasportata in valigia dall’Africa all’Italia resta la più probabile ma si indaga sull’ipotesi di omicidio colposo per eventuali falle nella profilassi della struttura sanitaria di Trento dove era stata ricoverata la bambina italiana. Hanno dato esito negativo i controlli effettuati ieri e oggi all’ospedale Santa Chiara di Trento attraverso apposite trappole sistemate per verificare l’eventuale presenza di zanzare anofele, possibili vettori della malaria che ha ucciso la piccola Sofia, di 4 anni. Lo ha spiegato lo stesso Paolo Bordon, direttore generale dell’Azienda per i servizi sanitari della Provincia di Trento. “Le trappole – spiega – sono risultate negative per la presenza di questi insetti”, generalmente assenti in Italia, “per quanto riguarda la giornata di ieri. Ma non si può escludere che ce ne fossero nei giorni in cui la bambina si trovava ricoverata in ospedale, quando c’erano anche i due piccoli affetti da malaria, poi guariti. Non abbiamo a oggi nessuna evidenza di contatto” con loro, per cui “gli esperti dicono che prenderebbe più piede l’ipotesi della ‘zanzara nella valigia’, proprio dei piccoli pazienti del Burkina Faso”.
Oltre ai due bambini africani in pediatria, ricoverati nel reparto adulti all’ospedale di Trento, c’erano anche la mamma e un fratello più grande, adolescente, dei due piccoli. Entrambi, come i bimbi, che erano due femmine di 4 e 11 anni, sono guariti e sono ormai stati dimessi.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *